I FUWAH sono tornati, e con loro le sconfinate sperimentazioni noncuranti dei confini tra generi: “CARE” è il secondo album della band, che per l’occasione conserva il meglio della tavolozza utilizzata per l’esordio e la arricchisce con nuovi colori sempre più audaci.
Se il primo album si concentrava sul viaggio esterno attraverso un’Europa divisa, in “Care” i FUWAH si rivolgono verso l’interno, riflettendo sul significato di protezione, sostegno reciproco e consapevolezza. Questo album nasce infatti durante il difficile periodo della pandemia, un momento in cui la band ha trovato forza nella propria unità. Isolati dal mondo esterno, i membri si sono sostenuti a vicenda, allenandosi insieme su Zoom, condividendo pensieri e emozioni ogni giorno. Da questa esperienza è nata una trasformazione musicale e personale che ha dato vita a “Care”.
L’album si apre con una domanda emblematica: “Cos’è quella lacrima?”, un riferimento alla figura di Pierrot, il malinconico personaggio della commedia dell’arte. Attraverso questo simbolo, i FUWAH esplorano ciò che si cela dietro le maschere che tutti indossiamo, affrontando temi come la vulnerabilitàà, la resistenza e la ricerca di autenticità.
“Care” si sviluppa come un viaggio sonoro che tocca argomenti profondi e attuali. Dal capitalismo fatto a brandelli in Human Ideal, alla protesta ambientalista di No More Lies, passando per le riflessioni sulla frenesia e viaggi quantistici multidimensionali: la varietà di argomenti si riflette nella moltitudine di sfumature che coinvolgono il sound, capace nel giro di nemmeno un’ora di musica di flirtare con il pop, facendolo affiorare dagli schemi ritmici sincopati e dagli accenti insoliti, mostrandosi capace di delicatezza e cantabilità arty quanto di rabbia e angoscia, e lasciandosi attraversare dall’elettronica più o meno per tutta la durata del viaggio. La torre di controllo di questo volo sonoro è il jazz, che ricompone il
caos cucendo addosso al disco il senso di coerenza che orienta l’ascolto e valorizza le deviazioni dalla rotta.

Allo stesso modo, le tematiche affrontate nelle liriche sembrano ricomporsi nell’elogio del senso di umanità che si manifesta nell’amore in tutte le sue forme e nelle relazioni che si creano quando la paura viene superata e le diversità, anziché dividere, danno i loro frutti: il disco si chiude non casualmente con l’invito all’amore reciproco e universale di Know The How.
I FUWAH sono una band composta da quattro membri: il bassista Luca Pissavini, il sassofonista Filippo Cozzi, il batterista Fabrizio Carriero e la cantante Maddalena Ghezzi. Nata inizialmente come duo formato da Ghezzi e Pissavini, la band ha assunto la sua attuale formazione nel 2019 con la pubblicazione del loro primo album, “Eŭropo: sen limoji”. Questo primo lavoro, concepito nella Gran Bretagna post-Brexit, dove vive Maddalena Ghezzi, voleva dipingere un quadro dell’Europa contemporanea attraverso gli occhi
di otto donne.
“Care” è stato registrato tra Milano e Cascinella di Roberto Barbieri, con il contributo creativo di tutti i membri della band. Il mixaggio è stato curato da Enrico Mangione presso il Laboratorio di Sperimentazione Sonora Nitön, mentre il mastering è stato affidato a Stefano Iascone. La copertina dell’album è un’opera originale di Andrea Marcon, che cattura visivamente l’essenza dell’album.
“CARE” è un lavoro che va oltre la semplice esperienza musicale. È un invito a riflettere sul mondo che ci circonda e su come ci relazioniamo gli uni agli altri, una narrazione toccante e profondamente umana. I FUWAH continuano a sorprendere, dimostrando una maturità artistica e personale che li rende una tra le nuove band più interessanti nell’odierno panorama italiano d’esportazione.

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