GleAM Records annuncia l’uscita di “Introducing Wasted Generation“, primo album del collettivo omonimo formato da cinque giovani talenti del Jazz Italiano, disponibile in CD e digital download/streaming dal 26 maggio 2023 e distribuito da IRD International e Believe Digital.
“Quando si pensa agli eventi di una generazione, di solito essa riflette l’ambiente circostante, anche se il nome denota qualcosa di non raffinato e inutilizzato. Questa band ha una promessa e non spreca un solo momento per crogiolarsi nel suo proverbiale status di generazione irriconoscibile o perduta. Il fatto è che tutti questi signori provengono da un paese, l’Italia, non conosciuto come potenza nel Jazz; hanno superato una grande battaglia in salita e secondo me sono in cima alla collina con pochi eletti in questa cosiddetta generazione sprecata. Questa musica dimostra perfettamente quale sia l’energia e il sound dei nostri tempi. In questa session di appena un’ora vi offriranno un assaggio di genialità che non sarà di sicuro tempo sprecato”. Joe Sanders, Produttore
“Wasted Generation”, ovvero “generazione sprecata, buttata” è il nome che abbiamo scelto per il progetto e che crediamo ci identifichi al meglio. Teniamo a sottolineare questo aspetto identitario poiché, nonostante gli aggettivi non promettano nulla di buono, il termine “generazione” è ciò che più ci accomuna. Siamo tutti dei giovani nati tra gli anni ’96 e 2000 che hanno sentito l’esigenza di interfacciarsi tra di loro, provando a dar vita ad una nuova comunità, forse meno matura anagraficamente, ma pregna di idee, di valori e, soprattutto, di personalità. Il nostro nome è uno smacco a chi ancora crede che la nuova gioventù non abbia nulla da dire, sia pigra e povera di ideali, che sia solo in grado di sognare, senza riuscire a conferire ai sogni neanche una parvenza di realtà.
La nostra realtà ha avuto, invece, inizio nel 2019, anno di evoluzione e crescita personali, in cui sino ad allora eravamo soliti suonare con musicisti di generazioni precedenti, ponendoci nella condizione di trovarci e perderci poco dopo.
Sin da subito, però, il nostro incontro ha posto le basi a ciò su cui, con ardore, stiamo ancora lavorando. Le idee, gli ascolti, la passione per il Jazz e la sua contemporaneità risiedevano in un fil rouge che ci ha permesso di trovare una linea comune e di far fronte insieme.
Tutto ciò di cui vi stiamo parlando ha forse più senso se, al di là delle parole che esplicano i concetti di cui sopra, sono i nostri brani a farlo con maggior chiarezza e onestà. Nonostante la complessità della musica eseguita, ci siamo sempre riproposti di divulgare un messaggio che fosse più limpido possibile, che potesse giungere all’ascoltatore come un qualcosa di puro e sincero.
Le tematiche affrontate, infatti, sono spesso racconti di vari vissuti: episodi o storie che ci hanno particolarmente colpito.
Non siamo i soli, però, ad aver creduto nelle nostre possibilità e nel nostro progetto. Infatti, per quanto concerne l’incisione del disco, abbiamo deciso di coinvolgere il contrabbassista Joe Sanders, una delle figure musicali più importanti della scena jazzistica mondiale. Egli si è prestato attivamente alla riuscita dell’album, partecipando ad alcune prove, mettendo mano agli arrangiamenti dei brani ed essendo presente anche durante la seduta di registrazione e missaggio del lavoro. Ciò ha contribuito a rendere unico il progetto e ad attribuirgli una chiara identità, leit motiv della nostra “generazione sprecata”.
E’ con queste parole che Iacopo Teolis, Gabriel Marciano, Vittorio Solimene, Giulio Scianatico e Cesare Mangiocavallo ci introducono alle ragioni profonde del loro sodalizio musicale e al loro universo musicale fatto di scelte narrative che fungono solo da pretesto ad un pensiero musicale variegato e complesso che rispecchia l’attuale evoluzione del Jazz contemporaneo d’oltreoceano e di cui ciascun membro del quintetto è profondo conoscitore insieme alla più pura tradizione afro-americana.
Il disco si apre con “Omron“, un brano spigoloso dall’incedere serrato. Nelle parole dell’autore Gabriel Marciano il brano “si ispira al suono ipnotico prodotto da un misuratore della pressione.”
Segue “Three Sides“ del pianista Vittorio Solimene. Il brano si caratterizza per il fitto intreccio a due voci del suo tema su una pulsazione ritmica larga. Pur nella sua complessità strutturale ed armonica il brano conserva un suo lirismo dalle soluzioni imprevedibili e dai colori brillanti.
“Mooncake“, a firma di Solimene e di Teolis è un brano avvincente dal ritmo sostenuto even 8th con un tema corale molto movimentato introdotto ed interrotto a più riprese da un inciso di piano di grande effetto.
Di grande impatto il solo del sassofonista che irrompe nel clima generale con un linguaggio obliquo e ricco di colpi di scena.
“VU” è l’unico brano a firma del contrabbassista Giulio Scianatico. Dopo un lungo intro di basso entra il piano ed insieme percorrono la struttura del brano con i suoi accenti spostati e la sua sezione finale in 7/4. Entra così un tema espressivo ed energico dalle ostinate figure ritmiche che ci trascina nei soli a tempo sostenuto.
A metà scaletta troviamo la prima ballad del disco, “Timothy Treadwell“, composto dal batterista Cesare Mangiocavallo. Il brano è ispirato alla storia del noto animalista omonimo: figura eccentrica che fece scalpore tra gli anni 90 e i 2000 per aver vissuto tutte le estati di tredici anni insieme agli orsi grizzly e che a causa di questi ultimi andò incontro ad una tragica morte.
Segue “Papageno“, sempre a firma del batterista ed ispirato ad un personaggio dell’opera di Mozart “Il Flauto Magico”: Papageno, un essere a metà uomo e metà uccello. Il brano è un ¾ even 8th caratterizzato da un ostinato ritmico del piano nel registro basso e da movimenti armonici ipnotici quanto cangianti su cui si libra un tema dall’andamento ruminativo con il suo continuo tornare nervosamente su alcune note e cellule melodiche.
“Ce Stà er Tramonto” è invece una composizione di Iacopo Teolis, dedicata al suo mentore Carlo Conti, sassofonista romano recentemente scomparso. Il brano è introdotto da una breve citazione della ballad “I Want to Talk About You”, primo brano insegnatogli dal maestro.
“Veleno per Tori” è il terzo contributo del batterista all’album. Una composizione dal tema minimale e sinistro su una pulsazione fast swing. Qui una prima sezione a valori lunghi lascia spazio ad un tag finale che funge anche da background tra le improvvisazione free del pianista.
“NHK“, composizione del pianista Vittorio Solimene, è dedicata al protagonista di una serie tv, il quale abbandona l’università e si chiude in casa senza uscire per anni. Attribuisce la colpa del suo fallimento alla NHK, radio giapponese che lui, in realtà, considera un complotto per tenerlo chiuso in casa. Il brano vuole rappresentare il tormento del protagonista, attraverso una breve melodia volta ad indicare il piccolo spazio in cui egli si confina, senza riuscire ad uscirne.
Chiude l’album “Father’s Day“ del trombettista Iacopo Teolis. Dopo una introduzione dei fiati, entra un tema corale dal colore fortemente innico con un interessante accompagnamento in broken feel in cui risalta il solo del compositore. Segue un interludio della sezione ritmica con modulazioni metriche prima del ritorno dell’intro questa volta tutti insieme per condurci verso il finale.
Introducing Wasted Generation condensa nelle sue 10 tracce un Jazz che con ardore esprime urgenza espressiva e ricerca, lavoro sul suono di gruppo e scrittura. Il contributo di ciascuno dei componenti è fondamentale per comprendere ciò che ne anima l’evoluzione e nelle differenze ci aiuta paradossalmente a cogliere con maggior chiarezza ciò che invece li accomuna: un modo di respirare insieme nella musica, di restituire all’ascolto quella indefinibile sensazione che ci fa riconoscere in una musica un autentico squarcio di contemporaneità.