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Presentato il programma della seconda edizione di “BOP – BEATS OF POMPEII” DOVE LA MUSICA È CULTURA

Torna “BOP – Beats Of Pompeii”, la rassegna live che trasforma l’antico Anfiteatro degli Scavi Archeologici di Pompei in un palcoscenico d’eccezione per la musica contemporanea. Dopo il successo della prima edizione, la seconda edizione si svolgerà dall’1 luglio al 5 agosto 2025, con undici concerti che vedranno alternarsi sul palco alcuni dei più grandi nomi della scena musicale internazionale e nazionale.

Patrocinata dal Ministero della Cultura e dal Parco Archeologico di Pompei, in collaborazione con il Comune di Pompei e Regione Campania, la rassegna ha la direzione artistica di Giuseppe Gomez e l’organizzazione tecnica delle società Blackstar Entertainment e Fast Forward.
BOP si conferma come un evento unico nel suo genere, capace di coniugare musica, turismo, cultura e storia in un contesto senza eguali. 

“Dove la musica è Cultura” è il sottotitolo che racchiude lo spirito di questa edizione: un viaggio sonoro che attraversa generi e stili, con artisti del calibro di Nick Cave, Jean-Michel Jarre, Wardruna, Ben Harper, Bryan Adams, Dream Theater, Stefano Bollani, Gianna Nannini, Antonello Venditti, Jimmy Sax, Serena Rossi

“Pompei è Musica’ sarà l’occasione non solo per assistere alle esibizioni di artisti come Jean-Michel Jarre, che con un brano Oxygen ha rappresentato uno spartiacque per me e un’intera generazione, unendo melodie e utilizzo di sintetizzatori. Ma rappresenterà anche quell’alleanza tra beni e attività culturali che auspico e senza la quale questi luoghi meravigliosi non vivono, non respirano. Spero che Pompei diventi un esempio per tutta Italia e un’icona nel mondo anche per questo”. È quanto ha dichiarato il Sottosegretario alla cultura con delega alla Musica, Gianmarco Mazzi.

Beats of Pompeii non è solo una rassegna musicale: è un viaggio nel tempo, un dialogo tra passato e presente, un’occasione per celebrare la cultura in tutte le sue forme.
Un cast stellare che promette di regalare emozioni indimenticabili sotto le stelle di Pompei.

L’Anfiteatro di Pompei, luogo simbolo della storia antica e moderna, torna a vivere attraverso la musica. Qui, nel 1971, i Pink Floyd tennero uno storico concerto a porte chiuse, entrando nell’immaginario collettivo come uno dei luoghi più iconici per la musica dal vivo. Oggi, Beats of Pompeii rilancia questa tradizione, offrendo al pubblico l’opportunità di vivere un’esperienza unica: ascoltare grandi artisti in uno dei siti archeologici più importanti al mondo.

La rassegna non è solo un evento musicale, ma un’operazione culturale e turistica di grande respiro. Grazie alla collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, BOP valorizza il patrimonio storico e artistico del sito, favorendo un approccio innovativo alla cultura attraverso la musica. Un’idea originale che sta già riscuotendo grande successo, con turisti da tutto il mondo che scelgono Pompei non solo per la sua storia, ma anche per vivere l’emozione di un concerto in un luogo senza tempo con prenotazioni che stanno arrivando da tutto il mondo.

“Oggi con l’UNESCO parliamo molto di patrimonio immateriale, tra cui ovviamente la musica. – sottolinea il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel – Ma in realtà, tutto il patrimonio culturale è immateriale, anche i siti e i monumenti archeologici. Perché la loro dimensione materiale, che va naturalmente curata e monitorata, non è che la base per la loro dimensione immateriale o, come si diceva una volta, “spirituale”, ovvero per la loro capacità di trasformare la nostra vita e la nostra esperienza del mondo attraverso l’incontro con l’altro, sia nella storia sia nel presente. Per questo, portare la musica nel sito di Pompei per noi non è un’azione supplementare, ma parte integrante del nostro progetto di tutela, ricerca e fruizione del patrimonio archeologico che speriamo possa essere un modello per tanti altri luoghi della cultura, bellissimi, ma non sempre vissuti dalla comunità e dal pubblico nella loro dimensione trasformativa. Se crediamo veramente nella cultura, dobbiamo aprirla a tutti.”

“L’ incontro tra musica e archeologia ha da sempre affascinato artisti, musicisti, filosofi, scrittori, soprattutto per capire la connessione tra arte e suoni, tra colori, emozioni e note musicali. Dimostrare che esiste la possibilità di mettere in parallelo l’arte della musica con quella degli affreschi, delle antiche domus, dei mosaici era anche una delle tesi che hanno fatto la storia della musica mondiale: i Pink Floyd nell’Anfiteatro. Come, anche, la tesi di uno dei più importanti artisti dell’arte astratta come Vassilly Kandinsky che sosteneva che: “dipingere è un’arte molto simile alla musica e quindi capace di trasmettere emozioni in maniera astratta, dove il colore, in luogo del suono, attira l’attenzione del fruitore senza dover necessariamente narrare o descrivere aspetti della realtà oggettiva’. È sulla base di queste tematiche che si basa la rassegna “Bop-Beats of Pompeii” incontro tra l’archeologia e la musica di artisti internazionali che insieme daranno vita ad una performance unica e irripetibile”- il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio

Beats of Pompeii è anche il riflesso del fermento culturale che sta vivendo Napoli e la Campania, sempre più protagoniste sulla scena internazionale. La rassegna rappresenta un’occasione per promuovere il territorio, incentivando il turismo stanziale e sostenendo l’economia locale.

La rassegna BOP-Beats of Pompeii – aggiunge il Direttore artistico Peppe Gomez, dalla sua forte esperienza sul territorio campano – è anche il riflesso del fermento culturale che sta vivendo Napoli e la Campania, sempre più protagoniste sulla scena internazionale. La rassegna rappresenta un’occasione per promuovere il territorio, incentivando il turismo stanziale e sostenendo l’economia locale.”

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