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5 anni, 25 artisti, 25 storie uniche, ciascuna a modo proprio. Non poteva che chiamarsi “Venticinque. 1997-2022: gli anni che hanno rivoluzionato la musica italiana”, il nuovo ambizioso podcast che racconta l’ultimo quarto di secolo della musica italiana: quello in cui tutto quanto è cambiato, dalle modalità di fruizione alla vetta delle classifiche.
A produrlo Rockit, che esordisce così nel mondo dei podcast in occasione del suo 25esimo anniversario, e LifeGate Radio, voce della sostenibilità in Italia, che negli ultimi anni ha affiancato al suo prezioso lavoro in materia di sostenibilità il racconto degli artisti di casa nostra, con l’apprezzato audiodocumentario dedicato a Colapesce e Dimartino a Sanremo e con “Vado a trovare mio padre”, con protagonista Maurizio Carucci. Venticinque è scritto da Dario Falcini, direttore di rockit.it, Giacomo De Poli, responsabile artistico di LifeGate Radio, e dall’audiodocumentarista Marco Rip.
A ciascun anno, a partire dal 1997, è associato un artista, che ha caratterizzato quei dodici mesi con la sua musica. Perché in quel momento ha esordito, oppure pubblicato il suo disco più iconico. “Ma non solo – spiega Dario Falcini – Ci siamo fatti guidare anche dall’istinto, se un anno ci evocava un nome, voleva dire che era quello giusto. A volte i nostri ricordi e le nostre sensibilità hanno vinto su Wikipedia”.
Venticinque, in uscita l’11 maggio sulle principali piattaforme di streaming, non è una celebrazione dei migliori artisti italiani o di quelli che hanno avuto la carriera più scintillante. Piuttosto un racconto delle evoluzioni attraverso cui sono passate la cultura e la società italiana, complice la rivoluzione digitale e il conseguente cambio radicale nei consumi delle persone.
In 25 anni ogni cosa è cambiata nella musica italiana: il podcast seguirà le varie tappe di questa rivoluzione. Dagli albori di internet si arriverà fino ai confini del metaverso, dai vinili spediti dalla sede postale più vicina a casa ai milioni di stream, dai centri sociali e i club di provincia fino al palco di Sanremo, al Forum d’Assago, al Primo Maggio o persino al prato di San Siro. Attraverso una serie di storie a volte commoventi, altre volte incredibili, magiche, dolorose, deliranti, sempre divertenti e uniche, Venticinque restituirà un’istantanea di cos’era e cosa è diventata la musica italiana, con particolare attenzione per quei generi e quei movimenti culturali che un tempo erano underground e ora dominano le classifiche di vendita.
“Racconteremo chi è emerso dopo 20 anni di gavetta, chi è esploso subito e pure chi ha sputato sul successo. Nelle vicende umane e artistiche di questi uomini e donne c’è moltissimo anche di quello che siamo diventati noi”, conclude Falcini.
“L’anno scorso a LifeGate abbiamo capito che raccontare, documentare storie di musica, storie di artisti è qualcosa che ci appassiona ed è un’esperienza tanto suggestiva per l’ascoltatore quanto per chi ci lavora perché crea un legame fortissimo con i protagonisti – spiega Giacomo De Poli – A settembre parlando con Dario e Carlo Pastore è nata l’idea di fare una pazzia e provare a metterne insieme ben venticinque di queste storie: tra le pagine più belle e rappresentative di un periodo storico unico. Così, con la giusta dose di incoscienza, ci siamo lanciati in questa impresa di cui personalmente sono molto orgoglioso”.
Il primo episodio, è dedicato a Massimo Pericolo, nuovo fenomeno del rap italiano, capace con la sua sferzata di realismo e con le sue liriche crude e potenti di cambiare rotta all’hip hop italiano dopo la lunga sbornia trap. Venticinque ha fatto un giro con Vane tra i suoi luoghi, i paesi della sponda lombarda del Lago Maggiore: è andato in auto con lui fino al carcere di Varese in cui è stato rinchiuso anni prima, lo ha accompagnato nel condominio in cui è cresciuto e tra i bar della sua Brebbia, ha raccolto i suoi pensieri sul successo e sulla felicità. Il rapper – protagonista del primo episodio dal titolo 2019: la venticinquesima ora di Massimo Pericolo – inaugura con il botto il podcast, che si muoverà in su e in giù lungo la linea del tempo, e lungo l’A1.

Qualche altro nome? Nel 1997 Carmen Consoli è andata a Sanremo con Confusa e felice e Venticinque è volato da lei a Catania, per raccontare i suoi esordi e la passione che non ha mai smesso di accenderla. Oppure il 2013, l’anno di Levante: Venticinque le ha fatto visita nella sua nuova casa, a Milano, che condivide con una nuova dolcissima inquilina.
“Ci siamo resi conto strada facendo che sarebbe stato un colossal a tutti i livelli organizzativo, autoriale e produttivo perché, nonostante ci sia un filo conduttore, ogni episodio è un piccolo audio documentario a sé – spiega Marco Rip, che ha curato il suono di un podcast unico nel suo genere in Italia, senza host e con un approccio quasi cinematografico al racconto – L’idea era di lasciare la voce agli artisti, senza intervenire nella narrazione e senza un voice over. Volevamo inoltre tenere un piede nell’anno di riferimento e un piede nell’oggi, così abbiamo pensato di raccontare un momento o una situazione del presente e utilizzare quel contesto per tornare indietro nel tempo”.

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