Gonna non doveva essere registrata, avevamo già pronto il calendario per i brani del nuovo progetto, ma abbiamo deciso di cambiare tutto”, ha raccontato Elisabetta Rosso, cantante e chitarra ritmica dei Nakhash.

“Gonna è nata a fine dicembre, ero tornata dopo una serata a casa, da giorni avevo una mezza melodia in testa, a quel punto all’una di notte è uscita la canzone, bridge, strofa, ritornello, testo, tutto insieme.”

“Ho portato lo scheletro del brano in saletta, l’abbiamo ascoltato tutti insieme e in tre ore ha preso forma, diventando così il primo singolo del nostro nuovo progetto”

“Credo che ogni canzone abbia un nome e un cognome, Gonna ne ha più di uno”, spiega la cantante. Il brano racconta il passaggio all’età adulta. “Quando hai 16 anni pensi di poter essere chiunque mantenendo saldi i tuoi ideali e i tuoi desideri, poi ovviamente le cose cambiano”.

“Gonna” racconta la difficoltà di diventare grandi rimanendo fedeli a sé stessi. “Spesso per crescere è molto più semplice entrare su binari predefiniti, seguire le convenzioni, la prassi, i modi di vivere che sono preconfezionati per la propria età. Gonna urla l’opposto, parla della crescita per tentativi, anche sbagliando. L’obiettivo, è diventare adulti a modo proprio”.

Un percorso più difficile, doloroso e a volte solitario. E qui si torna ai nomi e cognomi. “È capitato che persone importanti si siano allontanate proprio perché si sono scelte strade diverse, modi diversi di crescere. Questa canzone la dedichiamo a loro, con la speranza che tra un paio d’anni – come scriviamo nel pezzo – ci incontreremo davanti alle vetrine nel periodo di Natale”. Gonna è anche una resa dei conti, dove si tirano le somme per capire cosa tenere e cosa no per andare avanti nel proprio percorso di crescita.

Il cuore del brano sta in una frase “non voglio più morire giovane”, qui è racchiusa la frattura della crescita.

Gonna ha preso ispirazione dai generi alt, indie, pop, garage. “È una power ballad bella incazzata con dei tratti di riscatto e disperazione”.
I suoni vanno a riflettere questa dicotomia, dalle chitarre più morbide a inizio brano, alle distorsioni dissonanti che strizzano l’occhio all’estetica grunge.

I Nakhash nascono nel 2014, con l’obiettivo di produrre inediti. La formazione vede Elisabetta Rosso alla voce, synth e chitarra ritmica, Riccardo D’Urso, come chitarra solista e seconde voci, Simone Bussa al basso e Andrea Mastroberardino alla batteria. 

Nel 2015 vincono il San Jorio Festival con il singolo Crossroads e cominciano il primo tour, ospiti di palchi come Asti Musica, Collisioni, Hiroshima Mon Amour e Viper. 

Attraverso l’Emergenza Festival si presentano sul palco dell’Alcatraz come una delle migliori quattro band italiane nella musica emergente. Seguono collaborazioni con musicisti e produttori di calibro nazionale mantenendo un sound grezzo, con l’anima rock ma sporcato da contaminazioni pop, indie, alt e grunge. 

Nel 2023 è uscito sotto Pan Music Production l’album “Cosa Resta”, e l’ultimo singolo dell’album “Romantica” è stato nominato il mio miglior singolo di gennaio 2023 da SkyTg24. I Nakhash stanno attualmente lavorando al nuovo progetto in uscita.