Bolla occidentale” è il nuovo album del cantautore romano Daniele De Gregori, in uscita venerdì 11 aprile per Maremmano Records.

Undici canzoni che raccontano la linea d’ombra conradiana di una generazione, quella dei millennials, ormai diventati grandi, attraverso pagine di vita vissuta, di sicurezze e di fragilità toccate con mano, di amori e sogni ad occhi aperti, di madri e di figlie che si affacciano in tempi di fioritura dei ciliegi.

«È un lungo viaggio questo, e potrei trovarmi più o meno a metà – dice Daniele De Gregori. Nella prima sono stato figlio, nella seconda sarò figlio e padre. E allora mi serve una pausa, devo interrompere il mio passo d’uomo e riprendere fiato per una notte, è ottobre e le giornate cominciano a essere corte.

‘Bolla occidentale’ è il nome del Motel dove dormirò. Entro e l’oste sta leggendo qualcosa, “La linea d’ombra”, mi sembra perfetto.
Qui hanno tutti la mia età, è di loro che voglio parlare. Di Pikkio e il suo mal di schiena, di Marta nella stanza accanto che insulta i suoi capelli bianchi, di Gabriele, senza Priscilla, che non riesce più a rialzarsi, ha muscoli deboli. Di Luca che manca gli appuntamenti da lui stesso fissati, di Kafka letto troppo tardi in un Roma – Milano in economica.
Hanno tutti perso qualcosa, qualche anno fa; e stanno male, li sento, anche quando stanno bene, come me; nel parcheggio un cartello: “A.A.A. cercasi qualcosa disperatamente”.
Mi tolgo le scarpe e mi stendo con la cartina in mano. Devo geolocalizzarmi per non imboccare la direzione sbagliata domattina.
Riconsidero il percorso fatto fino ad ora e rovescio lo zaino sul letto, cadono occhiali, chiavi e un mucchietto di vecchie foto: Enza, Rocky e un uomo con gli occhiali scuri; suo figlio è mio padre, mi chiama ancora con un fischio che sappiamo solo noi.
E poi Gina e Giannino, mi sembra ancora di sentirli cantare in napoletano; mia madre, la loro figlia migliore, canta a Daniele “Sedia sediola”, Daniele sono io.
È stata una notte piena di sogni. Ora è mattina e sembra quasi primavera, la fioritura dei ciliegi è vicina.
Mi geolocalizzo dicevamo, fisso la mia soggettiva dalla Bolla occidentale, non c’è altro che sappia davvero.
Tra 2 giorni compio 40 anni, tra 2 mesi diventerò padre. Mi volto un’ultima volta e mando un bacio a tutti.
È tempo di muoversi».

Con la produzione artistica di Francesco Forni, “Bolla occidentale” riprende, attualizza e porta nel futuro la migliore tradizione della canzone d’autore italiana, affrontando con profondità temi e situazioni ormai così poco presenti nella scena artistica contemporanea, perché lo sguardo è sempre rivolto all’ “altro”, con empatia per una umanità dolente e disorientata di cui l’autore stesso si sente parte. Gli arrangiamenti e la “firma” sonora di Forni sono il miglior ambiente musicale per questo percorso di vita: si spazia dal sapiente uso dei cori, come nella title-track, che aggiungono spessore al brano, alla ritmica delle chitarre, a ballate folk come nel secondo singolo, Quadricipiti, impreziosito dall’organetto di Alessandro D’Alessandro, o a impasti vocali suggestivi, grazie alle tante voci femminili presenti nell’album.
Il tutto con una grazia ammaliante, e una sensibilità che aggiunge bellezza.