Preslava Krasteva è un’artista elettronica bulgara che osa spingersi oltre i confini, il cui mondo sonoro fonde Electro-Ambient, Dark Pop, texture cinematografiche, Neo-Soul e Avant-Pop in qualcosa di completamente suo.

Come cantante, autrice, produttrice e compositrice per film, evoca paesaggi sonori immersivi intrecciati con droni cupi, texture glitchate e strati vocali inquietanti, spesso attingendo ad antichi canti bulgari per veicolare una profonda risonanza ancestrale. Questa miscela di toni caldi e profondi e arrangiamenti vocali multi-traccia crea un’atmosfera complessa e misteriosa che la contraddistingue.

Il controllo vocale interattivo e il riconoscimento vocale tramite il software di progettazione del linguaggio grafico MAX/MSP sono alcuni dei suoi pionieristici successi accademici presso la University of West London, a dimostrazione di un ulteriore impulso creativo e tecnico per risultati sonar innovativi. I concetti artistici audiovisivi di LVA incorporano audaci messaggi politici che affrontano questioni legate alla pornificazione della cultura e della società, al potere dell’intelligenza collettiva e ai pericoli del futurismo reattivo.

Tra le sue influenze musicali figurano artisti come James Blake, RY X, Lana Del Ray, Amy Winehouse, Björk, Radiohead e Trentemoller.

Party” è una riflessione cruda e malinconica sull’illusione di connessione in un mondo sovra-stimolante. Stratificata da cruda vulnerabilità, la traccia cattura il paradosso struggente dell’essere circondati, ma invisibili: un urlo silenzioso proveniente dalla folla.

Il simbolismo dell’essere “non invitati” trascende l’esclusione sociale, rivelando un distacco spirituale più profondo nell’era dell’interazione infinita e dell’intimità superficiale. In sostanza, parla della silenziosa devastazione del non appartenere a nessun luogo: non a una stanza, a un gruppo o a un momento. È un inno solenne per chiunque si sia mai sentito solo in una stanza affollata.

Visivamente, il video musicale accentua questa disconnessione emotiva: l’artista, vestita con un abito da sposa e guanti di gomma gialli, diventa una figura inquietante di contrasti: purezza e fatica, tradizione e assurdità.

Girato attraverso una lente difettosa e inondato di toni freddi e sbiaditi, il video rispecchia la de-saturazione emotiva della canzone. I montaggi rapidi e sconnessi imitano il caos interiore sotto la facciata immobile.