Dinamismo e liricismo nel nuovo racconto del rapper romano Siclitano, “Sbandato“, in uscita il 22 novembre per Honiro Label.
Barre che raccontano una Roma da una soggettiva con cicatrici aperte e non sempre facili da ricucire. In un mondo fatto di finzioni, di difficoltà e pochi sbocchi sul proprio cammino, è la voglia di ‘’risalire la china’’ e dare spazio alla propria espressione che non ci fa solo sopravvivere, ma ci migliora e ci lascia
l’opportunità di ricominciare, rispondere a ciò che ci soffoca e andare avanti.
“Il termine “Sbandato” non viene mai utilizzato nel testo, ma è la parola chiave in cui è racchiuso tutto il senso del racconto. Sono io contro di me, contro i miei vizi che non riesco a vincere, soffocato da un ambiente che non sembra pronto ad offrirmi niente di più di quel poco che mi dà. “Sbandato” sono io e tutti quelli come me, diversi da ciò che saremmo dovuti essere’. – ci racconta.

Nato a Roma e classe 2003, ha una famiglia di origini siciliane, di Scicli, e infatti è proprio da qui che prende vita il suo nome d’arte. Il cantautorato, è principalmente questo il genere musicale che ascolta da bambino fino a quando, all’età di circa 12 anni, inizia ad appassionarsi sempre più all’universo urban e, in
particolare, al mondo del rap. Da quando ha cominciato a scrivere canzoni all’età di quindici anni, non è
mai svanita in lui la volontà e il desiderio di affrontare la musica, con la stessa spensieratezza, ironia e leggerezza di quando era più piccolo