WAYLOZ presenta il nuovo progetto solista
‘Rite Of Shame’ è una visione personale sulla tematica dell’esibizione dal vivo, ponendo l’attenzione sui suoi aspetti “violenti” come la prostituzione dell’io e l’affronto al pudore personale. L’esibizione diventa un rito, dove il corpo e l’anima dell’artista vengono divisi tra il pubblico, intrattenuto e incuriosito, o forse no. Musicalmente, la figura del rito è rinforzata dal ritmo delle percussioni che simulano una pulsazione costante, nonché dal carattere “celestiale” della chitarra a dodici corde e dalla melodia vocale in tensione.
Pubblicato venerdì 20 giugno, ‘Rite Of Shame’ anticipa ‘Half Cast’, l’ep acustico in arrivo l’11 luglio, il debutto solista di Wayloz, Osasmuede Aigbe, chitarrista, cantante e compositore. Metà dei Gemini Blue – il duo originario del lago di Garda nato nel 2020, con il quale ha pubblicato un album ed alcuni singoli -OZ rappresenta la sua identità artistica italo-nigeriana, raffinata in anni di studio, esperienze e sperimentazioni, in Wayloz. Il progetto si ramifica in un songwriting dalla doppia anima: la prima versata alla musica acustica, rurale, pagana e folk e la seconda, dall’assetto elettrico, che rimanda ad artisti come Jeff Buckley, Queens Of The Stone Age, All Them Witches e King Crimson. A mediare, in questa dualità contrastante e non incoerente, c’è un fil rouge rappresentato dall’estetica sonora dell’artista, l’approccio intimista verso la produzione dei brani e uno stile vocale personale.
Prendendo spunto da musicisti come John Fahey, Comus, Donovan, Nick Drake e Skip James, ‘Half Cast’ è l’ep che consegna il debutto ufficiale di Wayloz alla scena musicale, con quattro tracce che catturano l’anima acustica, folk e rurale di OZ attraverso tre brani originali e una cover del leggendario Muddy Waters in chiusura.
L’ep rappresenta una sorta di viaggio all’interno di un mondo infestato da armonie desertiche, melodie rurali e ritmi tribali. Un quadro sonoro molto chiaro, grazie anche alla scelta dell’utilizzo di strumenti come la chitarra a dodici corde e la chitarra dobro.
‘Half Cast’ è un termine dispregiativo che designava individui di origine multietnica nelle colonie inglesi. Tuttavia, la parola perde la sua carica denigratoria in Nigeria, dove guadagna un’accezione più popolare, vicina allo slang. L’artista sceglie appositamente il termine come titolo del suo lavoro per mostrare la fierezza verso le sue origini e la resilienza davanti al pensiero del mondo.
‘Half Cast’ è un ibrido di tutti i mondi che definiscono Wayloz, così come ogni lavoro dell’artista.
Nei prossimi mesi verrà pubblicato l’ep elettrico.