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Il Padova Jazz Festival 2022 sarà un percorso a stile libero attraverso le innumerevoli possibilità estetiche del jazz: star internazionali e nuovi talenti emergenti, percorsi nel miglior jazz italiano e nel sempre più rilevante jazz al femminile. La ventiquattresima edizione del festival si svolgerà dal 3 al 26 novembre: ogni settimana una tripletta di serate consecutive, caratterizzate da una forte coesione tra di loro. Di settimana in settimana, il festival cambierà inoltre residenza, toccando i principali palcoscenici cittadini e sedi inedite per la manifestazione.

Il Padova Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Culturale Miles presieduta da Gabriella Piccolo Casiraghi, con il contributo dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Padova e il sostegno del Ministero della Cultura.

Il primo ‘turno’ del Padova Jazz Festival 2022 si svolgerà dal 3 al 5 novembre, con fenomeni emergenti della scena statunitense e italiana.

In questa prima sequenza di concerti spicca la presenza del vibrafonista Joel Ross: gli sono bastati tre dischi, usciti su etichetta Blue Note a partire dal 2019, per far capire che l’albero genealogico dei grandi vibrafonisti jazz ha trovato il suo nuovo discendente, un artista a tutto tondo, solista fluente, leader creativo, compositore di spessore. Per chi cerca di individuare i fenomeni musicali dell’immediato futuro, Ross è un ‘sorvegliato speciale’.

Lykos è un quintetto lucano di recente formazione votato alla connessione tra i linguaggi sperimentali e le radici sonore della sua terra: suggestioni mediterranee, jazz afroamericano e improvvisazione pura. Si esibirà assieme alla contrabbassista Silvia Bolognesi, figura già ampiamente affermata in questo stesso ‘terreno di gioco’ musicale.

Non propriamente un esordiente, ma sicuramente un artista che capita raramente di poter ascoltare dal vivo nei festival nazionali, è il batterista Piero Principi, al quale è affidata la serata inaugurale, il 3 novembre. Uomo dalle forti passioni, ha dato vita a un brillante organ quartet.

Il secondo round del Padova Jazz Festival si svolgerà dal 10 al 12 novembre al Multisala MPX, con artisti di assai diversa estrazione, accomunati da un semplice elemento: lo status di musicisti di culto.

Il 10 novembre salirà sul palco il quartetto Aziza, con il suo impressionante cast: una all stars con Dave Holland al contrabbasso, Chris Potter ai sax, Lionel Loueke alla chitarra ed Eric Harland alla batteria. Da un simile quartetto ci si può bene attendere un jazz moderno e vibrante, dal beat fisicamente ed emotivamente travolgente. E per quanto il supergruppo si presenti come una formazione paritetica, la figura di Dave Holland risalta inequivocabilmente come ‘maestro di cerimonie’.

La serata dell’11 novembre porterà una rivoluzione anagrafica, con il trio del pianista indonesiano Joey Alexander. Ha appena 19 anni eppure già una lunga carriera e molti successi alle spalle: parliamo infatti del più brillante bambino prodigio apparso nel mondo del jazz nell’ultima decade. Nel 2013 Wynton Marsalis lo invitò a esibirsi al Jazz at Lincoln Center: un’apparizione che lo trasformò di colpo nella nuova sensazione della scena newyorkese. Da allora il suo talento non si è mai smentito e, anzi, ha continuato a strabiliare: Joey si sta rapidamente trasformando da giovane prodigio ad artista maturo.

Il sassofonista Claudio Fasoli, protagonista il 12 novembre con il suo Next Quartet, rappresenta il lato colto del jazz italiano. Con Next si è aggiudicato il Top Jazz 2021 per il migliore disco dell’anno: ci troviamo di fronte a un artista in pieno fulgore creativo.

Per le tre serate previste al Teatro Verdi dal 16 al 18 novembre il Padova Jazz Festival porterà il suo motore ai massimi giri: ogni appuntamento prevede l’esibizione di due gruppi, in abbinamenti per nulla casuali.

La sera del 16 sarà dedicata al grande jazz italiano. Si inizia con il quintetto di Gegè Telesforo, cantante dalle incredibili risorse vocali, celebre anche come personalità radio-televisiva. La sua musica è un funk aggressivo e purissimo, in cui gli elementi jazzistici si saldano a una concezione ritmica dominata da un vorticoso senso del groove. A seguire un’abbagliante all stars con Enrico Rava, Danilo Rea, Dario Deidda e Roberto Gatto: un poker di jazzisti italiani tra i più noti a livello mondiale.

Jazz al femminile la sera del 17. La bassista Linda May Han Oh è una delle prime scelte nella comunità jazzistica newyorkese, contesa tra i più importanti artisti. Tra gli innumerevoli ingaggi trova comunque il tempo per portare avanti le sue formazioni, come il quartetto con cui si presenterà al Verdi. Rossana Casale sarà la seconda protagonista della serata. La celebre cantante, a pochi giorni dall’uscita del suo nuovo disco, ne porterà in scena il programma musicale dedicato a Joni Mitchell, stella assoluta del cantautorato americano, capace di fondere folk, jazz, pop e rock nelle strofe di una canzone.

Il 18 sarà l’apoteosi del sax. La serata sarà aperta dal quartetto di Melissa Aldana, sassofonista cilena ormai ‘adottata’ dalla scena jazzistica newyorkese. Nel suo stile pare non esserci frattura tra la grande tradizione e la contemporaneità. Le darà poi il cambio Kenny Garrett, sassofonista la cui fama rimane legata indissolubilmente alla sua partecipazione alla band di Miles Davis. Il suo quintetto, decorato dal tocco latineggiante delle percussioni, sa trascinare il pubblico verso finali da standing ovation.

Tre musicisti che hanno portato alla perfezione il linguaggio dei loro strumenti calcheranno il palco del Centro Culturale San Gaetano per le serate conclusive del festival.

Gil Goldstein ha sempre frequentato i ‘piani alti’ del jazz internazionale sia come strumentista che come compositore e arrangiatore. Lo si ascolterà il 24 novembre in compagnia del sax di Pietro Tonolo, il contrabbasso di Marc Abrams e la batteria di Jorge Rossy: un inedito quartetto all stars nato da un incrocio di amicizie artistiche.

Di chitarristi prodigiosi e versatili come Ruggero Robin se ne trovano davvero pochi. La profondità della sua formazione, la vastità degli interessi, la tecnica ineccepibile lo rendono un artista completo, che ha lasciato una traccia memorabile nel grande pop nazionale ma che si è cimentato ai massimi livelli anche in campo jazzistico. Lo si ascolterà il 25 alla guida del suo trio.

Le recenti vittorie del Top Jazz per il miglior disco dell’anno hanno riportato sotto i meritati riflettori il sassofonista Roberto Ottaviano. Traguardi raggiunti assieme al suo quintetto Eternal Love, col quale si esibirà in un omaggio a Charles Mingus il 26 novembre come ultimo appuntamento del festival.

Una serata musicale d’anteprima contribuirà a riscaldare l’atmosfera in attesa del festival. Il 27 ottobre al Caffè Pedrocchi, il pianista Giovanni Perin si esibirà con il suo quintetto, artefice di imprevedibili mescolanze stilistiche.

Come ormai da tradizione, i concerti principali del Padova Jazz Festival saranno affiancati dagli appuntamenti di Jazz@Bar, che porteranno la musica dal vivo in numerosi locali del centro e della prima periferia.

Diversi appuntamenti esploreranno altre forme artistiche che si sono lasciate permeare dal fascino della musica jazz, dalla letteratura alle arti visive. Le Scuderie di Palazzo Moroni dal 7 al 30 novembre ospiteranno una mostra del fotografo Mirko Boscolo. Un’esposizione personale degli scatti di Luciano Rossetti sarà invece allestita al Caffè Pedrocchi dal 27 ottobre al 29 novembre. Anna Piratti creerà per il festival un dipinto-installazione al Museo Giovanni Poleni presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova.

Il 19 novembre al Caffè Pedrocchi, Flavio Massarutto e l’illustratore Squaz presenteranno il loro libro Mingus, una biografia a fumetti pubblicata da Coconino Press.

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