“AMORABILIA” è il primo album da solista di Paolo Archetti Maestri
Si intitola “Amorabilia” ed è il primo album da solista di Paolo Enrico Archetti Maestri, cantante, chitarrista e fondatore degli Yo Yo Mundi. Esce il 29 novembre per l’etichetta Nota in versione fisica e il 6 dicembre in digitale.
Amorabilia è una parola inventata di sana pianta. “Una voce – scrive nella presentazione dell’opera Paolo Archetti Maestri – che prima non esisteva e chissà per quanto tempo porterà sotto di sé il segno rosso dell’errore. Un termine che nasce dall’incontro tra le parole Amore e Memorabilia che, dopo un attimo sospeso di complicità, sono diventate una parola sola. Un incontro che per alcuni sarà il figlio di una deviazione, di uno sbaglio, di un legame contro natura, quando invece altro non è che un atto di amore e condivisione profonda. Una necessità poetica. Immaginiamo due cellule che si avvicinano, si percepiscono, si toccano, si misurano, si piacciono. Tanto. E poi fanno l’amore con i rispettivi margini dando origine a un’unica cellula con caratteristiche differenti dalle cellule di partenza. Una cellula tutta nuova che ha dentro di sé la vita, la forza, la potenza e una gran voglia di futuro”.
Amorabilia, che non è solo un cd, ma anche un libro, definisce, esprime e custodisce undici canzoni e undici composizioni poetiche: quasi fossero due squadre di calcio che si confrontano sul prato della creatività e della fantasia. Un progetto, più che un obiettivo, nato dall’urgenza espressiva di un artista che si è sempre distinto per il suo impegno costante e appassionato e sempre dichiaratamente schierato nella promozione del dibattito culturale e della “bellezza dei margini”. Un artista che prova adesso la sua vena
sensibile in una progetto d’autore in solitaria.
Una particolarità: l’album è stato mixato in Dolby Atmos, una innovativa tecnologia che permette di posizionare con precisione ciascun suono nello spazio a livello tridimensionale, per imitare il modo in cui sarebbe percepito nella realtà. Questo progetto è stato realizzato “CON IL CONTRIBUTO DI NUOVOIMAIE”.
“I cani sognano di noi” apre le danze. Avete mai visto e ascoltato un cucciolo di cane quando sogna? La canzone nasce proprio così, osservando i movimenti e i morbidi guaiti di un cucciolo che sta sognando. E immaginando che stia sognando di noi. E da lì che nasce la fantasia di una bimba e di un cane che, uniti nell’andare, accarezzano il mondo. Una canzone di desiderio, di speranza e di fuga. Con archi mirabolanti arrangiati sapientemente dal direttore di orchestra brasiliano Lucio Costantinni, la sezione ritmica degli Yo Yo Mundi, la tromba di Luca Garino, il sax di Maurizio Castagna, la voce di Donatella Figus. La bimba e il cane si fermano a guardare, il mondo che si lascia accarezzare. Fanno la strada, è una strada piena di odori, la bimba e il cane felici in mezzo ai fiori.
“Il passaggio tra sogno e sogno” si compie tra il primo e il secondo brano: La bimba che sognava Maradona. Uno sguardo su Napoli, tra visioni, scosse e meraviglia. Una bimba si addormenta e sogna Diego Maradona, sogna un fiume che scorre, sogna l’anima perduta della Llorona. Ma poi si sveglia, sorride alla vita, esce in strada e canta questa canzone. Così, inizia la festa con una avvolgente sezione fiati, chitarre esplosive, cori e ritmo ballabile. Ulula nel ventre del fiume la Llorona. La bimba che sognava Maradona. Spettina le foglie, soffio di vita nuova. La bimba che sognava, sognava Maradona.
“Il cigno e la rosa” è un canto a piramide che parte dalle cose minime incagliate nei ricordi, muovendosi tra i pensieri di un viaggio immobile di quelli che portano davvero lontano. Il racconto morbido del lavorio perpetuo – la vita piccola -, di tutti quegli esseri viventi immersi nel paradiso delle fatiche, intrecciato ai fatti della storia, alle tracce della memoria. La canzone si trasforma, infine, in una specie di corteo, intreccio di radici e cammini, dove si piange, si beve, ci si abbraccia e, insieme, si ricorda. Il pianoforte, incantevole, di Enrico Pesce, gli archi, assai intensi, arrangiati da Lucio Costantinni, confezionano un ambiente sonoro di grande pathos. C’è un lavorio di grilli, di tarli e di formiche, tutta questa vita piccola, nel paradiso delle fatiche, che da mattina a sera, svita le viti del tempo andato e ci regala la Primavera che abbiamo tanto desiderato.
“L’ennesima canzone sul tempo” è il resoconto poetico di un desiderio, un viaggio nella spirale del tempo, che ci porta dalla parte del torto fino all’immaginifico Regno delle Libellule. In questa canzone suona – e c’è! – Alan Brunetta, meraviglioso giovane musicista scomparso recentemente, ed alla voce e all’arpa Cecilia Lasagno, sua grande amica. Brano assai evocativo, pieno di emozione e carezze sonore. La canzone, già edita, è stata scritta a quattro mani col chitarrista Cristian Soldi. Tempo che non conosce rimedio scendi giù in questa spirale, inizia a farmi del bene, smetti di farmi male.
Ecco “Baionetta” che è la storia di un cuore e di una parola che dal petto di un soldato, per evitare di essere trafitti, si spostano così velocemente da uscirgli dalla bocca. Il cuore fuoriesce, ma la parola rimane sulle labbra, Un’infermiera e un medico dagli occhi acerbi, non sanno cosa fare per salvare il soldato. Il medico piange e una sua lacrima protegge il cuore, nasce così un canto d’amore e il cuore e la parola finalmente tornano ad essere una cosa sola. Questo è il primo dei quattro brani di Amorabilia suonati in trio con Susanna Roncallo alla chitarra e Simona Colonna al violoncello. Raffaele ha una ferita, il petto insanguinato, baionetta lo ha trafitto, ma il cuore si è spostato.
“Ho avuto diversi animali immaginari, dice Paolo, uno di questi è il cane Euripide che spesso mi ha aiutato a calmare i miei tormenti”. Proprio come nella prima strofa de “L’amore trova sempre la sua strada“. Canzone d’amore e di memorabilia, appunto, buona da suonare sulla spiaggia, soprattutto all’ora del tramonto. Qui si rinnova l’intreccio piacevolmente melodico tra il pianoforte di Enrico Pesce e gli archi arrangianti da Lucio Costantinni. L’amore trova sempre la sua strada. Accada quel che accada e vada come vada.
In questo tempo così inquieto, così distratto bisogna ricordarci di ricordare, che poi pare essere l’unica cura per non ricadere nel baratro della prevaricazione del potere e dei nuovi fascismi. “Iaio e Fausto” sono due ragazzi, per sempre giovani, che è assolutamente necessario ricordare anche attraverso un canto. Una storia tremenda di odio, di indifferenza, di violenza, di deviazioni che, appunto, non può e non deve essere dimenticata. Scritta per un omonimo spettacolo teatrale eccola qui, in nuova veste acustica, con le voci e i suoni di Susanna Roncallo e Simona Colonna. Fausto tocca Iaio: ti ricordi la canzone quella degli zingari felici? Iaio: ascolta Fausto con il fiato che ti resta, canta per la lotta, per gli amici
“L’estate in piscina” è una istant song. Nacque in pochi minuti per uno spettacolo intitolato Storie sul filo dell’acqua. Poi è cresciuta, si è fatta forte, fino a meritarsi un posto in questo album. Canzone piena di domande e di stelle. Qui dentro, nel cuore sonoro di questo brano, ci suonano tutti gli Yo Yo Mundi: Eugenio Merico, Andrea Cavalieri, Chiara Giacobbe, Dario Mecca Aleina, Daniela Tusa, Simone Lombardo e Marialuisa Ferraro. Sei sirena o gabbiano? Affoghiamo o voliamo?
“Stelle nere” è una canzone scritta su misura per un gruppo pugliese, i C.F.F. e il Nomade Venerabile, dunque già edita in un loro album. Bello fare la cover di una propria canzone! Le stelle cacciate dal cielo, per chissà quale ragione o peccato, cadono in mare, si spengono, ma iniziano a cantare. È un canto furibondo, irresistibile, tanto doloroso, quanto ammaliante. Metafora per cantare, anche così, la storia di tutte le persone costrette ad allontanarsi dal luogo dove fino a poco prima brillavano di luce, illuminando il mondo. Ecco di nuovo il trio Simona, Susanna e Paolo con la melodica suonata da Dario. E non c’è niente che mi faccia stare in pace con il mondo come quel canto furibondo.
“Curcuma Zenzero” una canzone che è una festa di sapori, fragranze, gusto, profumi. Un viaggio sulla Via delle Spezie che da mondi lontani, nel tempo e nello spazio, arriva fino all’anticamera dei nostri nasi, transitando morbido dalle nostre orecchie. Qui sono citati mix di spezie, piante aromatiche, sapori, in una sarabanda di colori e suoni. Si tratta, senza dubbio, del brano più etnico di tutta la raccolta impreziosita dalla cornamusa di Simone Lombardo, dal duduk di Maurizio Camardi, dal violino di Laura Merione, dall’intreccio di voci di Elisa Testa.
Chiude l’album “La canzone delle distanze“. L’amore è un acrobata che danza sul filo teso della distanza, quelle distanze che poi decidono per noi. È una ballata caratterizzata dagli arrangiamenti di Simona Colonna al violoncello e alla voce e Susanna Roncallo alla chitarra. La voce di Paolo diventa confessione, testimonianza, preghiera. I segni sonori e poetici del tormento, degli anni pandemici, dei dolori provocati e subiti, diventano canzone, in una sorta di espiazione. La frase finale recita: Hai visto che il buio, si è preso cura di me? Ho dimenticato tutto, ma mi ricordo di te.
Paolo Archetti Maestri è un autore di canzoni, compositore, musicista, produttore artistico, noto ai più come cantante, chitarrista e fondatore degli Yo Yo Mundi. Con gli Yo Yo ha realizzato venticinque tra album e EP, partecipato a innumerevoli progetti e ha tenuto un numero considerevole di concerti e spettacoli in Italia e all’estero.
Gli ultimi album degli Yo Yo Mundi sono usciti rispettivamente nel 2021 “La rivoluzione del battito di ciglia”, nel 2023 “Partigiani Sempre!”.
Nel 2022, grazie ai testi delle sue canzoni e a dei progetti speciali come “Via del Canto Numero Zero”, è stato insignito del premio “Artista per la Mente”.
Nel corso degli anni ha avuto l’opportunità di collaborare con artisti come: Lella Costa, Ivano Fossati, Teresa De Sio, Giorgio Gaber, Wu Ming, Giuseppe Cederna, Marco Baliani, Francesco Branciaroli, Anna Oxa, Eugenio Finardi, Steve Wickham, Brian Ritchie e Gordon Gano, Massimo Carlotto, Maurizio Camardi, Gang, Michael Brook, Hevia, Carlo “Carlin” Petrini, Beppe Quirici.
Scrive di lui Ivano Fossati: Le parole di Paolo Archetti Maestri, uno che “sa leggere la luce”, sono attentamente in equilibrio fra la chiarezza del raccontare e una vena poetica lucida, ma anche visionaria, senza tentazioni di canzone in forma di slogan; mentre la musica degli Yoyo sembra essere delicatamente innamorata del passato, ma accorta, affacciata sul suono e sul battito del presente.