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La cantautrice di Montreal Basia Bulat, tra le voci più interessanti della sua generazione, condivide “In the name of (The Garden Version)“, terzo estratto dall’album “THE GARDEN“, in uscita digitalmente il 25 febbraio e fisicamente il 6 maggio, tramite Secret City Records.
“When I first wrote it, ‘In the Name Of’ was the song I was most nervous about sharing with anyone, and it’s since become the song I most want to shout from the rooftops,” ha detto la Bulat. “It’s a song about living for your own truth, in your own heart, and not accepting anything less.” .
Il nuovo album “The Garden”, con cui Basia dona una seconda vita ad alcuni brani contenuti nei suoi precedenti cinque album in studio, con straordinari arrangiamenti per quartetto d’archi di Owen Pallett, Paul Frith e Zou Zou Robidoux, è in uscita il 25 febbraio e sarà accompagnato da una live chat e listening party sul canale YouTube di Basia venerdì 25 febbraio alle 17.45 ore italiane.
Nota per suonare dal vivo sia con piccoli ensemble da camera che con orchestre complete, tra cui l’Ottawa National Arts Center Orchestra e la Symphony Nova Scotia, in “The Garden” Bulat per la prima volta decide di registrare queste configurazioni live estremamente affascinanti e inserirle nel disco.
Attraverso le 16 canzoni rivisita e dà nuova vita ad alcuni dei suoi pezzi più amati, accompagnata da un gruppo selezionato di archi e ai compagni di band Andrew Woods e Ben Whiteley alla chitarra e al basso, rispettivamente, che esaltano ulteriormente la sua voce singolare e il suo modo di scrivere canzoni senza tempo.
“In the name of (The Garden Version)” è il terzo estratto dopo i precedenti “Fables (The Garden Version)” e “The Garden (The Garden Version),” che è stato accolto con entusiasmo da Consequence, Brooklyn Vegan, Under the Radar, e tanti altri.
Per Bulat “THE GARDEN” è stata l’occasione per registrare nuovamente alcune canzoni i cui significati sono cambiati rispetto a quando li aveva composti originariamente anni prima: “I sing the songs differently now,” ha affermato, “It’s the gift of time.”. Durante laregistrazione del disco Bulat aveva appena scoperto che stava aspettando il suo primo figlio: una canzone può cambiare forma, trasformando nuove foglie e facendo crescere nuovi fiori, nelle stagioni inaspettate della vita.
L’artista che ha ricevuto una nomination ai Polaris Music Prize ai Juno Awards ha ottenuto numerosi consensi nel corso della sua carriera, da The New Yorker, NPR Music, The New York Times, Pitchfork, WNYC, The Independent, MOJO e Uncut, solo per citarne alcuni. Bulat inoltre si è esibita sui palchi di tutto il mondo esibendosi, tra gli altri, a Carnegie Hall, il Newport Folk Festival e il Montreux Jazz Festival.

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