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Fuori da venerdì 10 novembre “Canzoni Secsi“, album di debutto di Doriah, autore e produttore siciliano trapiantato a Bologna. Sospese tra cantautorato classico e post-moderno, le sue canzoni, spesso dissacranti e surreali, sanno anche essere insospettabilmente romantiche e, a loro modo, indubbiamente “pop”. Immerse in un mare fluttuante di sintetizzatori, oscillando tra riferimenti più disparati e in costante bilico tra iconografia e iconoclastia, queste dieci “Canzoni Secsi” non sono altro che, nelle parole dell’autore, “un modo di affrontare le incertezze e le angosce del nostro tempo, senza la presunzione di ottenere risposte ma con la possibilità di porsi ancora delle domande”. Le categorie di ricco e povero, alto e basso si fondono senza soluzione di continuità dando vita a scenari ambigui e volutamente paradossali, in un approccio bizzarro, selvaggio, ondivago e irrefrenabile. Non esistono soluzioni, nuovi valori da affermare o vecchi da restaurare: una volta constatato il vuoto valoriale dei nostri giorni, Doriah preferisce essere quello che “sta seduto in riva al fiume e gode dell’osservare l’acqua che scorre. Il caos è progresso”.

Doriah, all’anagrafe Federico Doria, è un cantautore siciliano, bolognese d’adozione, classe 1987, già attivo dalla fine degli anni Zero con il moniker El Señor Pablo. È stato vincitore di Italia Wave Sicilia nel 2015, anno in cui ha pubblicato l’EP interamente in siciliano “Comu si nun t’havissu vistu mai”; fa inoltre parte insieme a Luca Minelli del duo Gente Vergine, con cui ha pubblicato nel 2021 il singolo “Bologna Batticuore”. Definisce se stesso come “il gesto apotropaico che faresti se un dio ti dicesse che il senso della vita è che la vita non ha senso”. 

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