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Torna CASSIO, il cantautore livornese che, dopo il primo inedito uscito lo scorso maggio “Nerodita”, pubblica una nuova traccia, dal titolo “Sparo“.
“Un testo rivolto a me da bambino, vestito come mi vestiva mamma negli anni ’90: impeccabile fuori, disarmato dentro, che si fa pena da solo. Altre vote però mi rivolgo anche alla versione di me da grande, quella che sono oggi, ma sinceramente dentro non sono tanto diverso”.
Il brano è un racconto rivolto a sè stesso, in cui il cantautore prova a darsi un po’ di tregua suggerendo di concedersi un po’ di indulgenza e un po’ di pace.
Parla a sè stesso sì, ma parla anche a chi ascolterà la canzone, consigliando di smetterla di stare male per tutto, perchè non siamo che piccoli mozziconi dentro a un mare infinito.
Sparo è stato preceduto da “Nerodita” un altro brano in cui Cassio non si è risparmiato e tanto meno nascosto e, con cinismo tossico e distaccato, ci ha regalato una lettera sincera e diretta al suo babbo in cui ci confessa che ha sbagliato tutto, ma che allo stesso tempo non rinnega nulla.
Un brano in cui Cassio rappresenta un po’ ognuno di noi: chiediamo scusa degli errori che commettiamo nella nostra vita e che era giusto, o no, che facessimo. Una presa di coscienza quindi, non per sperare in un cambiamento, ma per provare a migliorarsi.
Cassio è un cantautore livornese di 30 anni. Scrive da quando ne aveva 15.
In adolescenza è stato parte di un gruppo punk chiamato Tinkerbell con cui ha pubblicato un disco in Giappone per Radtone records nel 2008.
Nel 2010 ha fondato un gruppo gypsy-psichedelico chiamato La Maison con cui ha suonato per le strade di Londra tutto il 2011 e 2012.
Nel 2014 La Maison pubblica un disco chiamato Vaine House prodotto da Enrico Gabrielli e Taketo Gohara e rimane in tour fino al 2016 quando il gruppo si scioglie.
Comincia una manciata di anni di buio, nel punto più fondo del buio.
Nel 2020 Cassio entra nuovamente in studio e registra il disco d’esordio da solista prodotto da Andrea Pachetti ed è aiutato in tutte le fasi dai vecchi membri de La Maison.
Il disco tratta esplicitamente i colori più scuri della coscienza ed è essenzialmente un disco che prende vita e forma di notte, parla in maniera colloquiale di come si può essere circondati dalla grande bellezza e continuare a sentirsi quasi costantemente soli e inadatti, affronta la depressione e il nulla che colma le giornate tutte uguali delle dipendenze.
Nell’album ogni riferimento a persone o situazioni è basato su fatti realmente accaduti.

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