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Ispirato stilisticamente a Brian Wilson quindi ai Beach Boys, nonché a Sufjan Stevens con l’album “Illinois”, la traccia “Dio delle attese” non può prescindere dal peso specifico del Bob Dylan elettrico, costante influenza per l’artista, qui addirittura citato direttamente.

Il brano, cantato e arrangiato da Riccardo De Stefano, vede alla chitarra acustica Daniele Giuili e come il resto del disco, di futura pubblicazione, “Cronologia del Futuro Lontano” è stato prodotto da Nicola D’Amati presso Il Merlo Studio.

L’artista afferma: “Chissà se esiste un Dio a immagine e somiglianza dell’Uomo. Chissà se l’Uomo è il Dio di Sé Stesso. Se esiste invece un Dio per ogni cosa, qualsiasi preghiera non sarà mai invano. Ma se torni indietro, sei sicuro di sapere cosa c’era una volta? E se fai una scelta, sei sicuro di sapere cosa scegliere?”

Nell’impianto esistenziale e riflessivo del brano, si innestano sonorità più ariose rispetto ai brani precedenti “Era novembre” e “Quando viene sera”; ma lo stile di Riccardo De Stefano resta coerentemente ancorato ad un approccio art rock che prenderà un’ulteriore forma prossimamente con l’album “Cronologia del futuro lontano”.

Nato a Roma nel 1987, Riccardo De Stefano è conosciuto principalmente per la sua attività di critico musicale. Dopo dieci anni di attività di critico musicale, comprendenti creazione e direzione di ExitWell, scrittura di due libri in materia, nonché collaborazioni a eventi di risonanza nazionale, Riccardo De Stefano ha deciso di rimettersi in gioco “riportando tutto a casa”, per citare Bob Dylan. In che modo? Riprendendo in mano la sua passione per la musica, ma in qualità di musicista. Benché in passato già attivo con formazioni del panorama musicale underground romano, stavolta ha deciso di metterci non solo la faccia, ma anche il nome e il cognome: rinunciare a un nome d’arte significa non avere niente dietro cui volersi nascondere. E se qualcuno se lo stesse domandando, il lavoro del critico e del musicista non sono in contraddizione: per De Stefano sono entrambi modi di capire, e amare, la musica.

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