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Con l’EP del 2018 “liveb” avevano impressionato le zine del settore: “Un disco che sarebbe potuto uscire nella Seattle zone degli anni 90.”, “Si avvertono gli anni delle flanella e della musica su televisori a tubo catodico”, “Otto tracce grezze, simboliche, marchiate dalla prepotenza grunge, dalla rabbia punk, un capitolo breve ma intenso”.
Anche dall’estero arrivarono attenzioni, in particolare dal podcast americano fuzzheavy.com e dal canale YouTube Grungeness.  
Si ripresentano al pubblico in questo indecifrabile 2021 i Bodoni con il singolo “Lipstick” che anticipa il full length “Domestik Violence” in uscita il 5 aprile.

La copertina del singolo è un dipinto di Andrea Boldrini, con il contributo grafico di Virginia Furini.
Il video, ideato dalla band e diretto dal videomaker ferrarese Michelangelo Ingrosso, prende spunto da un tragico fatto di cronaca e mette in scena un ragazzo giovane e turbato che sprofonda in una crisi psicotica interiore, guardando la sua compagna truccarsi all’interno di una macchina parcheggiata.
Nella sua mente contorta, gelosia e rabbia prendono forma attraverso “demoni”, ritratti dalla band stessa che suona il brano, scatenando fragili percorsi neuronali del giovane uomo.

Secondo le parole del cantante e chitarrista della band Nico P.: ‘Lipstick è la prima canzone arrangiata e scritta interamente nel periodo del total lockdown, quindi a distanza tra di noi senza poterci confrontare in maniera diretta e veloce.
La canzone è tratta dalla tragica storia di una ragazza uccisa dal fidanzato: prima accoltellandola poi bruciando la macchina pensando fosse già morta.
Ho cercato di capirne il movente, quanta rabbia possa avere una persona da poter compiere un gesto così estremo.
Il video esplora questa situazione in maniera più “Lynchesca”, dove i Bodoni sono la scintilla della rabbia anche se in questo caso, finita la canzone, la rabbia scema e si ha un lieto fine.’

“Domestik Violence” rappresenta un’evoluzione del gruppo rispetto a liveb in termini di coscienza artistica e personalità.
La produzione del disco è stata affidata a Federico Viola, mentre il mastering è stato curato da Andrea De Bernardi dell’Eleven Mastering Studio. 
I temi del disco sono ben racchiusi dal titolo già di per sè molto esplicito:
‘Si tratta di un “almost concept album”. 
Le tracce esplorano i sentimenti umani in una relazione intima; dal suo primo istante al suo termine.
Anche se non è mai specificato, il personaggio è sempre lo stesso.
Altri pezzi toccano aspetti più politico-sociali: Midtown massacre è dedicata agli scontri in Venezuela, Sharp Toe alla tragica morte di Layne Staley degli Alice in Chains.
Influenzer influenza parla degli effetti dei social network sulla nostra vita.’

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