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Prosegue la collaborazione tra l’etichetta pugliese Dodicilune e Francesca Gemmo. La compositrice e pianista veneta, dopo la partecipazione nei progetti “Luc Ferrari Exercises d’improvisation” con Giancarlo Schiaffini, Walter Prati e Sergio Armaroli e “Syzygy” del polistrumentista, compositore e performer statunitense Elliott Sharp, e l’album solista “Ad libitum”, torna con “Contours“.

Il nuovo disco, distribuito da mercoledì 3 giugno in Italia e all’estero da Ird e nei migliori store on line da Believe Digital, propone sei composizioni originali della musicista – qui al pianet, un pianoforte elettromeccanico – con la direzione del musicista e performer francese Daniel Kientzy che suona sax e contrabbasso. Compagni di viaggio in questa avventura Giuseppe Giuliano, Cécile Marchand, Luc Balestro e Wim Hoogewerf.

«Si respira una serenità rara tra le pieghe di Contours. Poetiche, suggestioni che rimandano alle visioni minimaliste degli anni 50 che incrinarono l’ossequioso serialismo viennese a favore di un nuovo cammino musicale libertario, che cercava colori, suoni e ritmi di vita in altre parti del mondo, in Asia, in Africa», sottolinea nelle note di copertina Paolo Carradori. «Ma in Contours svolazzano anche impasti sonori che coinvolgendo, tra gli altri, due tastiere Pianets Honher e due Mellotron, evocano ambienti pop/rock sperimentali degli anni Sessanta trascinandoli nella contemporaneità.

Su questa tessitura originale, mai nostalgica, ampliata da flauti, viole, chitarre e contrabbasso, il saxofono come voce narrante fa da elemento introduttivo a quadri che si ripetono quasi uguali nella loro cornice, anche temporale, ma al cui interno l’ancia dialoga, declama, attraversa le altre voci», prosegue il critico musicale e organizzatore.

«Un sax lirico, sognante, danzante, melodico, che in un vitale sincretismo pennella uno scenario sospeso, visionario, dai colori pastello, dove tutto viene trascinato in un vortice destabilizzante, estraniante e senza fine. La commissione che nel 2016 il sassofonista, performer francese Daniel Kientzy offre a Francesca Gemmo è un progetto che definire strutturato è dir poco. Tutto è programmato, l’organico strumentale, la suddivisone in sei quadri, le durate, i modi di accompagnamento.

Ideazione che non prevede esecuzioni live, frutto di un montaggio delle registrazioni dei singoli strumenti realizzate in sedute diverse. La Gemmo riesce a districarsi da questa ragnatela rispettando le istruzioni progettuali di Kientzy, contemporaneamente a costruire un’opera aperta, di grande fascino sonoro, in una architettura complessa ma leggera che equilibra magicamente tutti gli elementi.

Opera aperta che nella negazione di una sua proposizione dal vivo offre a chi ascolta la responsabilità di interpretarla in modi diversi, perché per dirla con Umberto Eco “ogni fruizione è una interpretazione ed una esecuzione, poiché in ogni fruizione l’opera rivive in una prospettiva originale… ”. Contours è un lavoro che succhia energia creativa dal rigore formale della partitura senza misconoscere il primato di suono, gesto e silenzio. Un lavoro fortunatamente inclassificabile che scorre su uno sfondo mobile, fatto di fusioni, contrasti, dialoghi, paesaggi e sogni. Ripetizioni, onde sonore che alla fine rimangono in circolo nello spazio, nella testa».

Francesca Gemmo è pianista, compositrice e didatta. L’attenzione a percorsi di sperimentazione e improvvisazione ha favorito la sua collaborazione con autorevoli artisti. Ha suonato in Italia e in Europa. Ha al suo attivo diverse esecuzioni di proprie composizioni ad opera di importanti solisti ed ensemble; inoltre le sono stati commissionati lavori da autorevoli strumentisti come il chitarrista Magnus Andersson e il sassofonista Daniel Kientzy. Ha registrato nel 2017 per Ars Publica l’opera inedita “Grandi Numeri” di Sylvano Bussotti con Improvviso Fantasia diretto da Giuseppe Giuliano. Inoltre sta registrando per Da Vinci Classics l’opera integrale per pianoforte di John Cage. Ha pubblicato diverse partiture, ha scritto diversi saggi di argomento musicale e didattico. È tra le fondatrici dell’associazione Città sonora.

Francese, classe 1951, Daniel Kientzy è considerato, come si legge nella sua biografia ufficiale “l’inventore del sassofono contemporaneo”. Vincere il primo premio in sassofono e musica da camera al Conservatorio di Parigi non era abbastanza per soddisfare la sua necessità di aumentare il repertorio e alterare l’immagine stereotipata del sassofono negli anni 70. Nel corso degli anni non ha mai smesso di ricercare e scoprire nuove tecniche di esecuzione e nuove forme di espressione musicale che hanno rivoluzionato sia il sassofono che il mondo della musica contemporanea. Kientzy è, infatti, l’unico sassofonista che suona regolarmente tutti i sette membri della famiglia dei sassofoni. Al suo attivo un centinaio di dischi, pubblicati in tutto il mondo, che spaziano tra i generi. Artista d’avanguardia si è dedicato alla musica contemporanea, sfruttando non solo il potenziale dei sassofoni ma anche di molte tecniche elettroniche. Nel corso della sua lunga carriera ha suonato strumenti diversi come basso, contrabbasso, viola da gamba, flauto dolce, cornamusa e cromorno.

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