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Il 5 marzo esce “Via da qua“, il nuovo singolo dell’artista bergamasco Komatsu San. Questa volta Komatsu San utilizza sonorità dolci, un arpeggio di chitarra o di synth… ma anche in “Via da qua” l’energia non manca. 

A novembre 2020, nel periodo che ha preceduto il secondo lockdown ed era appena uscita “Violent City”. Dopo un pezzo come quello sentivo il bisogno di creare qualcosa di più “umano” e meno club-oriented, di esprimere un po’ di emotività e di sperimentare con dei ritmi e delle sonorità più classiche. In un paio di giorni di full immersion in studio ho prodotto e registrato “Via da qua”… e ora è online.
“Il sample del giro di chitarra lo devo ad Alex Britti. Non ho l’aria di uno che ascolta Alex Britti? Non mi conoscete davvero. Scherzi e chitarra a parte si, ho interamente scritto, arrangiato e prodotto “Via da qua”, dichiara l’artista.
“Regretti è frutto dell’italianizzazione del termine inglese “regrets”, rimpianti. È una sorta di neologismo nato online qualche anno fa e spesso mi capita di usarlo nella quotidianità. Onlyfans invece è un sito che offre un servizio legato alla vendita di media ad abbonamento (fra privati). I contenuti maggiormente venduti sono a sfondo pornografico, da qui la frase della canzone”, continua.
E ancora: “Una cosa che non mi manca mai è la creatività e la voglia di sperimentare. Oltre ai miei canonici singoli che ormai rilascio regolarmente sto iniziando a lavorare a un progetto più corposo e coeso oltre che a collaborazioni e remix per altri artisti. Non vedo l’ora di rilasciare tanta nuova musica. Al momento sto riascoltando tutti gli album che hanno segnato la storia recente della trap e del southern rap, dall’inquietante chopped and screwed di DJ Screw alle moderne produzioni ultra-catchy di Playboi Carti e Pierre Bourne. Mi piace interagire con le persone che mi seguono e renderle partecipi di cosa sto facendo a livello musicale o anche solo postando qualche Tik Tok per divertimento. Cerco però di sfruttare la piccola visibilità che ho anche per sensibilizzare su alcuni argomenti, tipo l’identità di genere per l’appunto. I miei coetanei sono in genere più aperti, ma la mia generazione si porta ancora dietro alcuni demoni del passato che spero verranno eradicati col tempo e la lotta. Diciamo che in generale c’è molta più coscienza rispetto anche solo alla media dei nati nella prima metà dei 90s, ma ciò non significa che tutti i Gen Z siano liberi da pregiudizi”.

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