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Uno sguardo al grande rock e due occhi al futuro: esce via Universal Music “Looking For Gold” dei Life In The Woods, un album classico e al contempo innovativo nel quale si colgono i profumi preziosi di band ormai mitiche che hanno fatto la storia di questa musica. Dodici tracce dalle quali emergono una originalità quieta ma potente e una consapevolezza che non ti aspetteresti da una giovane band italiana, tradotte in un sound impetuoso, elettrico, appassionato e poetico che raccoglie la nobile eredità del classic rock e la spinge nel futuro con personalità e forza espressiva. Altra chicca di questo progetto la copertina, firmata dall’artista californiano Mark Kostabi, lo stesso che immortalò i famosi due Use Your Illusion dei Guns N’Roses.
Completamente scritto, arrangiato, suonato, prodotto e mixato dalla band, “Looking For Gold” sta già suscitando curiosità e attenzione negli ambienti musicali internazionali.

I Life In The Woods sono Logan Ross, Frank Lucchetti e Tomasch Tanzilli.
Nascono ufficialmente nel 2017, ma suonano insieme da più di dieci anni. All’inizio come cover band, successivamente cercando di trovare una dimensione personale. Tutti e tre si ritrovano immersi nella musica sin dall’infanzia: in casa c’è sempre un piano, una vecchia chitarra, una batteria giocattolo su cui suonare le prime note. L’incontro avviene nel 2013: Logan e Frank sono già compagni di scuola e suonano insieme in una band, Tomasch salta fuori da un sito di musicisti in cerca di un gruppo. E così che inizia questa storia. Looking For Gold è esattamente l’album che sognavano di pubblicare quando hanno iniziato questo viaggio.

Caravan” è un riff che è un biglietto da visita: pesante e trascinato, caratterizzato da un groove inarrestabile. Il break di chitarra vi fa il primo contropelo. E poi, quell’one-two-three-four all’inizio non sa di rispettoso omaggio?
The Mountain” è il modo che i LITW hanno di suonare heavy. La voce di Logan si prende i riflettori. L’atmosfera che prepara il ritornello crea l’illusione di una scalata verso il picco di una montagna. Aria pura.
Trick Man“: A metà tra Motown e brit pop, racconta di un uomo che inganna il prossimo. Il basso dondola, la canzone rotola, il ritornello è cantabile e a presa rapida.
Fistful Of Stones” è un pezzo pachidermico e a tratti psichedelico. Nella sua esplosione, il ritornello è quasi un mantra. Il messaggio è: ho rinunciato a tutto e tradito tutti per inseguire l’oro. Ne sarà valsa la pena?
Looking For Gold“: Il western è una componente essenziale del sound LITW, e trova il suo apice in questo brano. La voce soprano nei ritornelli è il climax che non ti aspetti. Morricone docet.
Without A Name“: Scarna song di ispirazione folk, vede i LITW in veste acustica. Il mellotron riporta indietro nel tempo l’ascoltatore. Johnny Cash sorride dall’alto.
Mad Driver“: Un rockabilly schiacciasassi che parla di auto lanciate a velocità folle. Il perfetto opener dei loro concerti, tanto per mettere in riga chi non li conosce.
When The Dawn“: Andamento pigro, che però esplode nel finale: l’urlo di rabbia per l’ingiustizia di vedersi strappata la propria identità. Occhio al crescendo.
Nothing Is“: Il blues e l’hard rock: uno dei primi brani composti dalla band, con una parte di batteria che da sola vale il prezzo del biglietto. La storia dei LITW parte da qui.
Last Man Standing“: Riff serrato e un groove che lo rende granitico. Ariosità beatlesiane. Salto di un’ottava della lead vocal sul ritornello e grande uso delle dinamiche.
Hey Blue“: Voce e chitarra: l’atmosfera è sospesa e dolente, come in un sogno. Per la sua delicatezza, il brano sembra “galleggiare”.
Manifesto“: Dal sogno all’incubo. La batteria procede dritta su un tappeto sonoro grave e ipnotico, poi precipita in totale mood lisergico, con voci che arrivano da lontano, per riprendere a colpire duro fino ad autodistruggersi. Letteralmente. Il pezzo che chiude nel delirio ogni set dei LITW.

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