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Roby Matano, dopo avere intuito, seppur grezze, le potenzialità ed averlo preso nel complesso, si prese cura del giovane chitarrista e lo spronò a cercare dentro se stesso e far risaltare quella vena artistica che con acume dato dalla sua grande esperienza, lui aveva già intuito.

Il carteggio fra i due intercorso è fitto e pieno di speranze, provini portati alle case discografiche e regolarmente rifiutati, editori musicali che non avevano bene capito chi fosse veramente quel ragazzo dalla voce sgraziata, una serie infinita di “ripassi fra qualche mese e vedremo …”.

Ansie, fiducie, apprensioni e aspettative di un ragazzo come tutti noi che facevano chiudere regolarmente le sue lettere a Roby con uno …. Speriamo Bene…

Nel luglio del 1966, Lucio Battisti pubblicava il suo primo singolo, iniziava così la carriera discografica di uno dei più importanti artisti che la musica italiana abbia mai avuto.

Negli anni Sessanta era abbastanza facile arrivare ad incidere un disco, ma Battisti, a differenza di tanti altri, aveva alle spalle una lunga gavetta fatta di concerti, i concerti duri del night: ore e ore sul palco suonando di tutto. È questa una delle scuole che hanno permesso a Battisti di presentarsi all’appuntamento con il proprio destino di grande autore e interprete con tutti i mezzi adatti a far emergere il proprio spaventoso talento.

L’altra scuola che ha tanto aiutato Battisti a scoprire le proprie capacità artistiche ha un nome e cognome: Roby Matano.

Il cantante de I Campioni, il complesso in cui Battisti ha esordito come professionista di alto livello e in cui ha suonato per quasi quattro anni, ha intuito in Battisti quelle capacità che poi tutti hanno potuto vedere, ha spinto il giovane chitarrista a comporre e lo ha consigliato anche sugli aspetti artistici della sua attività di compositore. Altri aspetti invece di quei primi anni di carriera sono meno noti e Roby ha deciso di raccontarceli senza censure, senza cedere ai sentimenti e alla violenza dei ricordi. In queste pagine c’è il Battisti degli esordi, delle delusioni e delle prime grandi soddisfazioni raccontato da colui che rappresenta l’unica testimonianza diretta di quella timida camminata, diventata poi una corsa irresistibile, che ha portato Battisti così lontano, così avanti anche se, diciamocelo tranquillamente, tutti noi lo sentiamo sempre in mezzo a noi: la sua voce, le sue musiche, le sue canzoni immortali. Michele Neri.

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