Mookids: “The Place We Are Living In” è l’album d’esordio

Fuori “The Place We Are Living In“, l’album d’esordio autoprodotto dei Mookids. La band elettropop under 30 formatasi nel 2020 e originaria di Pisa presenta un disco che parla di emozioni comuni a una generazione intera, ma narrate da una prospettiva intimista. L’album è stato anticipato dall’uscita del singolo omonimo, mercoledì 5 aprile, con un videoclip su YouTube.
Dopo aver vinto la prima edizione del Firenze Suona Music Contest nel giugno 2021, i Mookids hanno iniziato a lavorare su un sound più affine alla maturità che il progetto musicale stava raggiungendo, e “The Place We Are Living In” è la presentazione di questa nuova identità dei tre componenti della band. Andrea Vignali, Daniele Pacini, Lorenzo Chiaverini sono tre ragazzi, tre amici, che in realtà suonano insieme da sempre, ma che solo nel 2020 hanno dato una direzione concreta a questo loro progetto sotto il nome di Mookids: è da questo punto zero che nell’arco dello stesso anno pubblicano poi i primi quattro singoli, Over, Neon, Isolation e Here We Go.
“The Place We Are Living In” si compone di nove tracce di un pop elettronico dal sound magnetico e ricco di colori che crea contrasto con testi, tutti cantati in inglese, dove sono presenti richiami a luoghi oscuri – reali o figurati – e immagini malinconiche: tale contrasto rappresenta la cifra interpretativa dell’album.
Dopo una placida ouverture, queste sono le prime parole di “The Place We Are Living In”, il brano che dà il titolo all’album: è il primo frame di un sogno, che inizia in un luogo oscuro. Da qui i Mookids scandagliano la paura, l’incertezza, la frustrante ricerca di una dimensione propria in equilibrio tra vicinanza a qualcosa o a qualcuno e allo stesso tempo libertà di essere se stessi attraverso parole che descrivono la convivenza conflittuale di queste emozioni in giovani adulti che vivono questa fase della vita sentendosi intrappolati in un mondo sempre più anomico.
Un sentire universale che possiamo afferrare anche in modo individuale, come racconta Lorenzo Chiaverini, che ha composto i testi dell’album: “Per me scrivere non equivale a narrare una storia in modo lineare. Piuttosto, quello che faccio è cercare frasi e parole che si incastrino con il ritmo della musica che abbiamo già creato in studio e che mi permettono di creare immagini che mi ispirano”.
Una chitarra liquida lascia spazio a synth acuti sul ritornello di Please Give Me Water e, proprio quando ci sembra di essere in apnea sul finale, Take Down The Beat ci ricorda di recuperare il fiato prima di un più spensierato invito a ballare avanzato da Disco Queen:siamonella parte centrale del viaggio.La batteria e la chitarra rock di Mother Father sembrano esasperare le domande “Wake me up father / Why you keep me insane? / Wake me up mother / Why you keep me in vain?”. Domande che cadono nel vuoto e che sfociano nello sconforto di Sad Song, a cui fanno seguito le voci elettroniche, quasi asettiche, che accompagnano la cupa presa di coscienza di The Spire. Infine, Wake Up, con i suoi synth liquidi e a tratti eterei chiude questo sogno: giusto il tempo di un crescendo sul finale prima della dissoluzione sonora del Posto in cui viviamo secondo i Mookids e dove hanno voluto invitarci a entrare.
Ora è tempo di tornare alla realtà, consapevoli di aver trovato, in quel sogno, qualcuno che ha parlato con noi delle nostre emozioni attraverso un’incursione musicale che ci ha sorpresi in solitudine e ci ha lasciati legati da un’esperienza condivisa sussurrata, quasi fosse un segreto.
L’album è stato autoprodotto dalla band pisana, che lo ha interamente registrato nel suo studio alle porte della città con la collaborazione di Mirko Cascio che lo ha mixato, di Arturo Pacini che lo ha masterizzato e dell’agenzia Genau che ne ha curato l’artwork e il design.
