Nel 2020 la pandemia fa perdere il 15% al mercato italiano dello strumento musicale
Venerdì 24 settembre 2021, nell’ambito di CremonaMusica International Exhibitions and Festival è stato presentato l’Osservatorio 2021 sul mercato italiano dello strumento musicale promosso da Dismamusica. Secondo le stime, il valore complessivo delle vendite di strumenti musicali nell’anno del Covid sfiora i 375 milioni di euro.
La ricerca, realizzata per la prima volta da Format Research, ha analizzato il settore della produzione/importazione/ingrosso e quello della vendita al consumatore. In Italia le imprese che producono strumenti musicali sono 1.056 occupando in totale 2.710 addetti. La stima del valore dei ricavi realizzati in Italia dai produttori e dai distributori intermedi di strumenti ed edizioni musicali nel 2020 è risultata inferiore del 14% rispetto a quello che era stato fatto registrare dalle imprese nel corso del 2019.
In Italia le imprese del commercio al dettaglio di strumenti/edizioni musicali sono 818 con 1.733 addetti. La stima delle vendite nel 2020 è risultata pari a 296.268.000 euro con una flessione del 15% rispetto al 2019. La contrazione dei ricavi è in linea con quella fatta registrare mediamente in Italia nell’anno della pandemia con riferimento alla diminuzione dei consumi.
Al valore complessivo dei consumi di strumenti ed edizioni musicali in Italia vanno aggiunti i ricavi degli operatori esclusivamente online, italiani e intern azionali, le cui vendite sul mercato nazionale non sono al momento censibili. Secondo stime ritenute credibili dagli analisti di Format Research i consumi italiani complessivi, compresi i canali tradizionali e l’e-commerce, raggiungono un ordine di grandezza di circa 375 milioni di euro.
Molto positivi i riscontri delle imprese sull’andamento del mercato nel 2021: nel primo semestre ha già messo a segno un balzo in avanti del 26,7%, lasciando sperare in un significativo recupero del gap patito nell’anno della pandemia e delle chiusure forzate.
«Stiamo risalendo la china dopo un anno terribile sotto tutti i punti di vista ‐ afferma Raffaele Volpe, presidente Dismamusica -. Il contesto economico generale, così come quello specifico del settore, non offrono ancora sufficienti garanzie di stabilità e non aiutano a superare le fragilità strutturali di un comparto piccolo in termini di fatturato, ma fondamentale in quanto generatore di cultura e benessere. L’Associazione proseguirà il proprio impegno per favorire una ripresa solida del comparto e una maggiore competitività delle nostre imprese».
“Cremona con le sue 150 botteghe di liutai e il ruolo strategico del polo fieristico a livello internazionale che qui ha sede ‐ commenta il presidente CremonaFiere Roberto Biloni -, permette non solo di pensare alla ripartenza, ma di rappresentare un volano di sviluppo per l’intero settore. La collaborazione con Disma valorizza questo intento con il valore aggiunto di diffondere informazioni e dati che contribuiscono a rafforzare la consapevolezza di trovarsi in un
luogo culturale fervido e in crescita”
