“Orme sull’anima” è il primo di Alberto Beer
Si intitola ‘Orme sull’anima’ il primo album per pianoforte di Alberto Beer, avvocato per vocazione musicista per passione, composto a quattro mani con la complicità del produttore Paolo Baldan Bembo.
Realizzato nello studio di Alberto Beer a Quarna Sotto (VB), registrato e mixato presso lo Studio PBB di Maggiora (No), l’album racchiude otto tracce inedite più un’emozionante cover della celebre Hallelujah di Leonard Cohen, un particolarissimo mash-up tra una canzone di Gino Paoli e un’opera di Chopin e vanta la presenza del torinese Flavio Boltro, uno dei più grandi trombettisti italiani, feat. nei brani ‘Floor 35th’ e ‘In Contro ’.
Alberto Beer ©
“Spero che questo album regali delle emozioni” – sottolinea il musicista. “Nella lavorazione con Paolo abbiamo lasciato anche delle note non perfette, dei passaggi non tecnicamente ineccepibili, perché volevamo ci fosse un’idea di immediatezza, in quello che andavamo a proporre al pubblico”.
Beer ha studiato pianoforte jazz con i Maestri Fabio Orsi, Roberto Olzer, Fabio De March e Ramberto Ciammarughi, ed è proprio in quel periodo che sono nate alcune tracce entrate oggi a far parte del suo primo album. “Queste mie composizioni in realtà hanno ben poco di jazzistico” – precisa – “ma da quel mondo attingono per le armonizzazioni e lasciano all’interno di un brano, spazi più o meno brevi per l’improvvisazione, pur sempre nella semplicità del tema espositivo”.
E aggiunge: “Da qualche anno mi sono avvicinato anche allo studio del saxofono, strumento monofonico che mi ha sempre affascinato e che incarna l’anima del paesino di Quarna in cui sono cresciuto, e dove ancora oggi vivo”.
Il musicista ha in programma alcune date, in via di definizione, per promuovere in dimensione ‘live’ la propria produzione artistica.
Nato a Borgosesia (VC) il 29 ottobre del 1964, Alberto Beer comincia ad appassionarsi di musica in tenera età. Eclettico e creativo, a soli cinque anni costruisce con elastici e scatole da scarpe i suoi primi rudimentali strumenti musicali. È proprio allora che gli viene regalato il mitico HitOrgan Bontempi con il quale, più che suonare le melodie indicate nei libretti, cerca di comprendere perché ogni un tot di note, cambia l’accompagnamento con la mano sinistra! Totalmente rapito dal mondo delle sette note, Alberto ama rintanarsi nello studio del padre, intento ad ascoltare musica classica e si innamora così del Concerto Brandeburghese n. 2 di Bach, della Sonata ‘Al chiaro di luna’ di Beethoven e di altre pagine preziose e immortali di musica classica. Bach e Beethoven sintetizzano perfettamente il suo mondo musicale: la razionalità dell’armonia perfetta il primo, e l’espressione delle sensazioni dell’anima il secondo, sfociato quest’ultimo nella piena comprensione del genio di Chopin. Gli anni passano, la passione cresce. Alberto ormai adolescente studia pianoforte classico, con differenti Maestri e in diversi Istituti musicali, a causa dei continui trasferimenti lavorativi del padre. Sono studi disciplinati ma sopportabili, grazie alla leggerezza dalle immancabili band di provincia nelle quali milita con gli amici di sempre, che condividono con lui la passione per la musica: dai Tappabuchi di Quarna, sul lago d’Orta, all’Albeer Jazz Quintet formatosi nel 2016 e tutt’ora in attività. Tra il liceo classico e la facoltà in giurisprudenza il dott. Beer, che nella vita svolge con passione la professione di avvocato, interrompe gli studi musicali ma quella viscerale passione per la musica, non viene a mancare. Un assiduo lavoro di ricerca lo porta a scoprire il pianista americano Bill Evans, nel quale trova quella sintesi cercata per anni, tra razionalità ed espressione delle sensazioni dell’anima. Laureatosi a pieni voti, Beer riprende gli studi di pianoforte jazz con i Maestri Fabio Orsi, Roberto Olzer, Fabio Demarch e Ramberto Ciammarughi ed è proprio durante l’approfondimento del jazz, che nascono alcune tracce entrate a far parte di un album di imminente uscita. “Composizioni che in realtà hanno ben poco di jazzistico – sottolinea immediatamente il musicista – “ma che da quel mondo attingono per le armonizzazioni e lasciano, all’interno di un brano, spazi più o meno brevi per l’improvvisazione, pur sempre nella semplicità del tema espositivo”. E aggiunge: “Da qualche anno mi sono avvicinato anche allo studio del saxofono, strumento monofonico che mi ha sempre affascinato e che incarna l’anima del paesino di Quarna in cui sono cresciuto, e dove ancora oggi vivo”. Il primo album di Alberto Beer in uscita in febbraio si intitola Orme sull’anima, ed è stato scritto a quattro mani con l’autore e produttore Paolo BaldanBembo. Registrato e mixato presso lo Studio PBB a Maggiora (No), l’album racchiude otto tracce inedite più un’emozionante cover della celebre Hallelujah di Leonard Cohen, un particolarissimo mash-up tra una canzone di Gino Paoli e un’opera di Chopin e vanta la presenza del torinese Flavio Boltro, uno dei più grandi trombettisti italiani, feat. nei brani ‘Floor 35th’ e ‘In Contro ’.