“Ten Little Indies” rappresenta senza dubbio l’album della rinascita per i PoST. Nel 2014 la band, allora impegnata con la composizione di nuovi brani, deve purtroppo salutare Gigi Laurino, il bassista originale del gruppo, che si stabilisce altrove per dedicarsi ad un progetto lavorativo.

Dapprima viene sperimentato un assetto in trio, che vede Gio suonare il basso, ma tutto cambia con l’incontro fortuito di Daniele Maresca, un musicista eclettico e in quel momento libero da altri impegni. Il suo ingresso segna un punto di svolta radicale. Pianoforte e sintetizzatori diventano protagonisti, aprendo a nuove atmosfere e sonorità inedite. Le chitarre, ora più pulite e definite, si mescolano ai cori presenti in quasi tutte le tracce.

I PoST non sono estranei a un tal genere di evoluzione e in questo nuovo percorso vedono chiaramente la possibilità di non ripetersi, riuscendo ancora una volta a creare un album diverso dai precedenti e, così facendo, a seguire le orme di artisti a loro cari.

Il disco, interamente prodotto dalla band, viene registrato al Real Sound Studio di Milano, con Ettore “Ette” Gilardoni alla console e mixato a Londra da Pietro Cavassa. Esce a novembre 2024 per l’etichetta torinese Reverse Rivers Music.

I’m Ready“: La storia narra dell’ennesima cotta di un uomo immaturo che, detestando la solitudine, si innamora di una donna molto più giovane. Pur fingendo di prevedere le conseguenze della relazione, le sensazioni che proverà e le sofferenze che subirà, ha l’ardire di porre fine alla storia prima che essa si sviluppi naturalmente.

All My Faults“: La canzone riflette su un diverbio di coppia, dove l’io narrante osserva divertito, cercando di comprendere entrambe le parti. Gode della lite, rispecchiandosi in una società che preferisce guardare le vite altrui piuttosto che vivere la propria. Ammette i propri errori, ma solo per un attimo.

Love At First Glance“: Amore e morte si confrontano, con il primo che trionfa. Tuttavia, si considerano tutte le eventualità che potrebbero portare alla fine di questo rapporto, inclusa la morte fisica, senza lasciarsi soffocare da tali pensieri.

January“: January nasce da una singola progressione di accordi che gioca con le tonalità, ripetendosi senza apparire statica, proprio come il protagonista, bloccato nella sua vicenda. Il testo racconta il goffo tentativo di un personaggio di mettere fine alla propria vita, affidandosi a “professionisti”, in un’atmosfera eterea e disillusa, ispirata al film di Aki Kaurismaki Ho affittato un killer.

Lift You Up“: Una richiesta a una persona cara, travolta da una felicità improvvisa che l’ha portata a cambiare in peggio e a vivere al di sopra delle proprie possibilità. L’invito è a scendere dal piedistallo e ricordare da dove è partita, perché il successo, sia esso finanziario, emotivo o sociale, diventa presto vuoto quando inevitabilmente le luci si spengono.

Non dirmi che“: Unico brano in italiano dell’album, parla dell’ostinazione nel rivivere una storia finita, ripensando alle parole dette e non dette. È un monologo davanti allo specchio, un martirio autoimposto per una relazione che doveva finire, intrisi di risentimento e ciechi di fronte alla realtà, prigionieri della nostra visione distorta.

My City“: È un’ode alla propria città che, in qualche modo, offre conforto in un momento di nostalgia. Questa sensazione si manifesta nel vedere un sorriso sulla faccia della luna, nonostante i brutti episodi vissuti possano minacciare quel ricordo. Eppure, in quel momento, il ricordo provoca soltanto un sorriso, quasi con una rassegnata soddisfazione.

More“: La canzone esplora la triste esistenza vissuta sui social e davanti alla TV, in cui ci si nutre di informazioni, perdendosi nei drammi altrui. I “NO” rappresentano il rifiuto di riprendere possesso di sé e di costruire una vita autentica, intrappolati in una povertà di esperienze e senza speranza.

Now Is Too Late“: Il brano narra di una relazione destinata a finire, in cui entrambi sanno che non c’è futuro, ma rimandano continuamente la rottura, aspettando a turno il momento giusto.

Shine“: La storia è ispirata ai tragici eventi del Bataclan a Parigi nel 2015. Si sviluppa attraverso gli occhi di uno degli attentatori, il cui obiettivo è togliersi la vita e portare con sé quante più persone possibile. Tuttavia, proprio un attimo prima di agire, il protagonista riflette sul suo gesto: cosa perderebbe seguendo ordini che promettono gloria? La possibilità di vivere nuove albe, innamorarsi della luna e riscoprire la bellezza dei gesti e delle emozioni semplici che potrebbero cambiare il corso della sua vita per sempre. 

Proud of Serving Tuna, più conosciuti con l’acronimo “PoST”, sono un quartetto attivo dal 2001. La loro discografia comprende gli album “Nulla da decidere” e “Fakes from another place”, dischi cult dell’underground torinese, prodotti da personaggi di spicco quali Davide Tomat e Gabriele Ottino. 

La band è stimata, anche fuori dall’Italia, grazie al suo personale songwriting ed agli arrangiamenti ricchi di spunti inconsueti, che definiscono un sound in perenne tensione fra melodie accattivanti e progressioni armoniche singolari.

Il 10 maggio esce il nuovo singolo “January” seguito il 12 luglio da “All my faults”e il 29 ottobre da “Non dirmi che”, anticipazioni del terzo album di inediti “Ten little indies”, in uscita l’8 novembre. 

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