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La black music si tinge di rosa nell’edizione 2023 del festival New Conversations – Vicenza Jazz. Dal 10 al 20 maggio la kermesse vicentina, sotto il titolo “The Other Side, l’altra metà del jazz”, sarà un composito omaggio al mondo femminile nel jazz, con la presenza di artiste significative sia nazionali che internazionali, soprattutto delle ultime generazioni: le americane Nicole Mitchell, Myra Melford e Rachel Eckroth, la pianista greca Tania Giannouli, le francesi Anne Paceo e Joëlle Léandre, molte italiane a iniziare da Zoe Pia. Negli oltre cento concerti del programma artistico ideato da Riccardo Brazzale ci saranno, naturalmente, anche grandi presenze maschili: Abdullah Ibrahim, Jan Garbarek in quartetto con Trilok Gurtu, Marc Ribot, Donny McCaslin, Hamid Drake, il quartetto di Fabrizio Bosso e Rosario Giuliani, il duo di Danilo Rea e Michel Godard.

Come sempre a Vicenza Jazz, i concerti non si limiteranno ai teatri, diffondendosi in tutta la città, dai locali ai palazzi antichi, le chiese, i musei, i cinema, le librerie, le vie e le piazze del centro storico.

Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2023 è promosso dal Comune di Vicenza in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Trivellato Mercedes Benz, con AGSM AIM come sponsor principale e Acqua Recoaro come sponsor tecnico.

Incastonati nelle rigogliosa rappresentanza femminile, troveranno spazio alcuni momenti a dir poco salienti con jazzisti capaci di performance memorabili.

Il sassofonista Jan Garbarek è il creatore di una personale visione lirica, ricca di ‘sentimento’ nordico, che si abbina in maniera singolare agli spunti world del percussionista indiano Trilok Gurtu, ospite d’onore della band del sassofonista norvegese.

La serata del 18, al Comunale, sarà ricca di contrasti: in apertura le improvvisazioni hi-tech del sassofonista Donny McCaslin, il cui quartetto deriva dall’ultima band di David Bowie, quella ascoltata su Blackstar, punto di riferimento per l’ispirazione tra jazz ed elettronica; si cambia registro, nel secondo set, con il quartetto “The Connection” co-diretto dal trombettista Fabrizio Bosso e dal sassofonista Rosario Giuliani, due solisti di spicco del jazz italiano fautori di un sound verace dalla marcata connotazione ritmica.

Abdullah Ibrahim, uno dei mostri sacri del piano jazz moderno, alla soglia dei novant’anni, si esibirà in solo il 19: un’occasione a suo modo unica per assaporare ancora una volta la sua sintesi altamente suggestiva tra le radici africane ed echi del free storico americano.

La rappresentanza jazzistica femminile invitata a Vicenza Jazz 2023 è geograficamente cosmopolita e artisticamente variegata.

Il 15 maggio, al Teatro Comunale, in un doppio set, si succederanno il trio della pianista greca Tania Giannouli, capace di una varietà linguistica ad alto tasso di libera improvvisazione, e il quartetto della batterista francese Anne Paceo, formazione dal notevole impatto visivo che dà vita a un moderno spiritual jazz. Il 17 al Teatro Olimpico si ascolterà il Tiger Trio, ovvero la flautista Nicole Mitchell, la contrabbassistaJoëlle Léandre e la pianista Myra Melford: l’arte della composizione istantanea portata al massimo livello di interplay. La serata prevede anche un set iniziale con il raffinato duo formato da Michel Godard e Danilo Rea: un omaggio a Puccini dall’insolita strumentazione tuba-pianoforte.

Di grande rilievo anche la serata del 20 maggio al Teatro Comunale, aperta dalla pianista Rachel Eckroth, che immerge in un bagno di elettronica l’intera storia del jazz, e completata da un tributo ad Alice Coltrane firmato dal batterista Hamid Drake con una formazione piena di talenti.

La giovane clarinettista sarda Zoe Pia sarà protagonista, assieme ai Tenores di Orosei, dell’iconico concerto di mezzanotte al Cimitero Maggiore.

Il jazz entra anche in rapporto con altre dimensioni artistiche, come la coreutica nell’incontro tra il pianista Simone Graziano e la danzatrice Claudia Caldarano.

Messo fuori gioco dalla pandemia, il tradizionale concerto gratuito in Piazza dei Signori torna quest’anno a illuminare il primo weekend del festival, grazie allo specifico contributo di AGSM-AIM. Sabato 13 maggio, direttamente dal Salento, la celeberrima Orchestra Popolare “La Notte della Taranta” sbarcherà a Vicenza, con tutto il suo corteo di ballerini posseduti, danzatori indiavolati e il necessario contorno di cantanti e musicisti impegnati a scatenare un’apoteosi della danza con sempre più vorticosi ritmi di pizzica, sino all’esorcismo finale. Una serata davvero gioiosa ed esuberante, che sarà come un ponte gettato tra la missione jazzistica del festival e un ascolto più immediato e di grande richiamo popolare.

Il jazz assorbe stimoli da qualunque altro genere, dalla popular music ai capolavori della classica. E proprio con quest’ultima il festival apre un canale diretto: il 14 maggio ospitando il duo pianistico di fama mondiale formato dalle sorelle Katia e Marielle Labèque, impegnate in musiche di Debussy, Ravel, Schubert, Bernstein; il 21 maggio, epilogo del festival, con il progetto “Seasons and Mid-Seasons” che affianca la violinista classica Sonig Tchakerian, il sassofonista jazz Pietro Tonolo e l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta. Entrambe le serate si svolgeranno al Teatro Olimpico.

Le prime due serate del festival ospiteranno la fase finale dell’Olimpico Jazz Contest, premio quest’anno dedicato ai chitarristi, promosso dalla Trivellato in partnership con Brutal Agency. Il 10 maggio all’Auditorium Fonato di Thiene si svolgeranno le semifinali della competizione; contestualmente si esibirà anche il quartetto Fin-Abate-Padoin-Patton, che, con la partecipazione di Pietro Tonolo come ospite speciale, presenterà il disco Il testamento dell’albero.

L’11, al Teatro Comunale di Vicenza, la finale del concorso musicale lascerà poi spazio a un’esibizione in solo del chitarrista Marc Ribot, guru della scena avanguardistica downtown di New York grazie alle sue frequentazioni altolocate e a una innata capacità di tenere l’ascoltatore col fiato sospeso in attesa del dipanarsi degli eventi sonori.

Anche il 12 sarà una serata di ‘preparazione’ all’abbuffata di live dei giorni successivi: al Teatro Astra andrà in scena la pièce teatrale Jitney di August Wilson: esperienze di vita afroamericana degli anni Settanta, in una cornice di ritmi e suoni jazz, blues e black folk, con un ricordo particolare per Nina Simone.

Il Jazz Café Trivellato è il punto di riferimento tra gli innumerevoli jazz club che animeranno le notti festivaliere, luogo di aggregazione per chi vive il jazz after hours. Quest’anno sarà allestito nel Giardino del Teatro Astra e verrà inaugurato il 12 maggio dal quartetto MoiGea, due sax e due batterie lanciati in libere improvvisazioni. La programmazione prenderà poi una cadenza regolare dal 14 maggio, con concerti ogni sera sino alla fine del festival. Si ascolteranno il trio Mali Blues, che esplorerà le radici africane del blues; il quartetto del bassista Aldo Capasso, vincitore del Premio Brutal nell’ambito dell’Olimpico Jazz Contest 2022; l’UNLV Joe Williams Honors Trio, formazione che raccoglie studenti e docenti del dipartimento jazz dell’Università del Nevada – Las Vegas, tra i quali spiccano il pianista Dave Loeb e il sassofonista Adam Schroeder; l’omaggio a Billie Holiday e Nina Simone dell’Indaco Trio, con la cantante Silvia Donati; la band della pianista e cantante Francesca Tandoi; il trio di Noa Fort, cantante e pianista rappresentativa della sempre più nutrita e creativa schiera di musicisti israeliani di base a New York; la cantante pugliese Elena Paparusso, ‘pupilla’ di Maria Pia De Vito.

Dopo la positiva esperienza della scorsa edizione, torna “Proxima: giovani stelle a palazzo”, la sezione dedicata ai giovani musicisti jazz realizzata in collaborazione con l’associazione culturale Bacàn e ospitata negli affascinanti spazi ipogei di Palazzo Thiene. Si ascolteranno il sestetto della cantante Valentina Fin, il quartetto della cantante Martina Ghibellini, il duo tra le ance di Mats-olof Gustafsson e Zoe Pia, il quartetto della cantante Giuditta Franco, la performance in solo, tra batteria, percussioni e live electronics, di Irene Bianco.

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