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Gli Anastatica, per chi frequenta le gallerie d’arte contemporanea, sono conosciuti come un progetto musicale che ha accompagnato le esposizioni di artisti d’avanguardia come Luigi Magli, Kristina Kurilionok, Ludmila Kazinkina. Ora la formazione veneta si propone al pubblico in un contesto più tradizionale, ossia la musica da ascoltare senza dover essere per forza inserita in altri ambiti artistici. Una musica che non usa le parole, probabilmente in linea con quel “post -rock” dal sapore nordico che da diversi anni ha invaso la scena indipendente. Un disco, il loro “Recalling”, che sembra attingere dalla psichedelia, dal Dream Pop di metà anni 80 e da sonorità trasognanti di certe produzioni britanniche del passato. Il loro debutto sul mercato discografico indipendente può sorprendere più di qualche appassionato in cerca di alternative al pop facile che tuttavia non vuole invischiarsi in virtuosismi tecnici troppo ostentati. Da Venezia alle collaborazioni con gallerie d’arte in Europa, gli Anastatica sono un ritorno al suono a cui non servono parole. Perché, talvolta, basta la musica.

”Recalling”, album degli Anastatica  prodotto dalla Kitten Nest, è disponibile su tutte le piattaforme digitali.

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