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Stanze in riva al mare. Sono quelle omaggiate dal celebre quadro (sur)realista di Edward Hooper, metafora per la solitudine e l’introspezione, da una scogliera a picco sull’acqua. La band fiorentina Rooms by the Sea ha scelto ragione sociale e logo rifacendosi proprio all’opera del pittore statunitense, ammirata a un’esposizione. L’album di debutto “Rivers and Beds” è in uscita il 24 giugno 2022 in CD e su tutte le piattaforme digitali via RBTS Records, anticipato dai singoli “New Lights“, “Another Life” e dal nuovo “Great Void“, quest’ultimo disponibile in digitale dal 10 giugno. “Il titolo dell’album, Rivers and Beds, rappresenta la contrapposizione tra l’esterno e l’interno, cioè tra il contatto con gli altri e la sfera personale”, afferma la band. “Great Void offre una nuova sfaccettatura del nostro suono e parla della difficoltà di raggiungere un’autosufficienza emotiva, ma per noi significa anche la voglia di continuare a esprimerci e il bisogno di farci ascoltare, a partire proprio da questo album”.

I Rooms by the Sea sono nati nel 2016, dall’incontro fra Teresa RossiLapo Querci, ai quali si sono aggiunti Elena CollinaMattia Papi, con l’obiettivo di modellare una propria dimensione sonora partendo da riferimenti folk, indie rock e pop, con testi in lingua inglese intimisti e malinconici. I quattro guardano lontano, alla musica di Of Monsters and Men, Florence and the Machine e Manchester Orchestra, all’immaginario del songwriter Ben Howard, ai synth degli anni 80 e al brit rock degli anni 90, senza dimenticare l’ispirazione per atmosfere e temi fornita dalle poesie di Fernando Pessoa, per esempio, o dalle opere di Cy Twombly, per tornare ai mondi su tela.

Dopo aver partecipato a vari concorsi musicali con ottimi risultati, dal MusiCampus al Rock Contest e ad Arezzo Wave, e dopo aver pubblicato vari singoli, il quartetto ha intrapreso un nuovo percorso, prendendosi tutto il tempo necessario per amalgamare tante differenti influenze in una sintesi comune, tra spontanea immediatezza e processi di rifinitura maggiormente elaborati. “Per noi, la scrittura e la fase di arrangiamento sono due momenti separati”. La prima, per quanto riguarda melodie e liriche, è principalmente individuale, scaturita da Rossi e a volte da Querci, mentre la seconda appartiene a un lavoro corale in cui ciascuno dei componenti del gruppo garantisce specifici apporti strumentali, oltre a contribuire alla ricerca di una visione generale.

Ecco così che le otto tracce nella scaletta di Rivers and Beds, registrate e mixate da Giacomo Salani presso La Fucina Studio di Empoli (FI), colpiscono per forza comunicativa e rivelano di pari passo una notevole cura di timbriche e soluzioni adottate. Le canzoni dei Rooms by the Sea potrebbero funzionare tanto nel raccoglimento della propria cameretta quanto nell’orecchiabile esplosione a tutto volume delle arene, ideale linea di congiunzione fra Daughter, i migliori Keane e l’ultima Sharon Van Etten. Il loro punto di vista affaccia su prospettive oblique eppure accoglienti, su ariosi ritornelli a presa rapida intonati con vigore, caldi intrecci di corde, coinvolgenti crescendo ritmici e fresche linee digitali. Le parole sorvolano con senso universale e a suo modo epico pensieri cupi e perduti, fiamme e sale, dubbi e colori per riempire se stessi, rose nel giardino della mente, città e terre straniere, fiumi di persone e fantasmi. “Cerchiamo di focalizzare l’attenzione sul nucleo, sul cuore, di ogni canzone. Sulla carica istintiva ed emozionale che c’è dietro”.

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