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L’eclettico artista pisano Andrea Morana mette i ferri al suo primo cavallo e forgia “Blacksmith”, album elettronico ricco di sonorità dark e dall’animo metallico. “Blacksmith” si propone, infatti, come un album di matrice elettronica/downtempo ma al suo interno è possibile trovare influenze mutuate da diversi generi.

Il connubio tra il suono puramente digitale, strumenti più tradizionali e dal suono caldo, come la chitarra classica, e strumenti più esotici, come la kalimba e l’hang drum, permette a Morana di firmare un lavoro maturo e originale.

La fascinazione dell’artista per la campionatura di suoni metallici e il loro utilizzo nella sezione ritmica spiegano il titolo, dal momento che “blacksmith” è il termine inglese per indicare il fabbro.

La copertina del disco mostra l’alfiere al centro della composizione, poiché, così come l’alfiere è il pezzo degli scacchi che simboleggia il portainsegna, così l’album “Blacksmith” simboleggia l’emblema del progetto Runaway Horses rappresentandone appieno la proposta musicale e gli intenti.

Le atmosfere del disco sono spesso cupe e introspettive, stemperandosi talvolta in paesaggi sonori di umore diverso che trasportano in un universo fatto di suoni densi e ritmi ipnotici. Nei brani cantati Andrea Morana si alterna alla voce con Aslaidon Zaimaj e Martina Vivaldi, già militante in altri progetti musicali. Perfettamente accostati ai pezzi cantati, si alternano in “Blacksmith” i pezzi strumentali, che ne fanno un lavoro ibrido che pur non perde mai coerenza grazie al particolare sound distintivo di Morana, forgiato a partire da ispirazioni 90 e dei primi 2000.

Insieme all’album esce il singolo “Pour benzene into the kids’ pool”, correlato di videoclip nel quale assistiamo a un “bad trip” in una piscina abbandonata e diroccata. Il video è interpretato da Chiara Turelli e Giulia Grandi.

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