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E’ intitolato “E’ il bene che resta” il secondo album del cantautore e multistrumentista Fulvio Di Nocera aka Scapestro. Registrato, mixato e masterizzato da Fabrizio Piccolo presso gli storici studi Auditorium Novecento di Napoli vanta illustri collaboratori e collaboratrici come Chiara Carnevale del gruppo Assurd, Antonella Bianco del gruppo Coma Berenices, Jonathan Maurano batterista degli EPO/Fanali/Blindur, Caterina Bianco e del pianista jazz Giosi Cincotti.
L’album, disponibile sulle piattaforme digitali, è un bignami perfetto del nuovo cantautorato made in Napoli. Accorto e accurato negli arrangiamenti, sensibile nei testi. Echi di suoni mediterranei e tradizioni popolari fanno sì che questo album è il disco della maturità artistica di Scapestro. Il lavorò verrà rilasciato anche in formato CD venerdì 20 maggio.
Ad anticipare la pubblicazione de “E’ il bene che resta” è l’omonimo brano accompagnato dal videoclip curato dalla regista Denise Galdo per Guns for bunnies.
Dopo il release party dello scorso 30 aprile continua il tour di presentazione dell’album, i prossimi appuntamenti sono:
21 maggio presso Pompei lab di Pompei (Na)
27 maggio presso XXXV live di Cava dei Tirreni (Sa)
25 giugno presso Masseria Sardo di Pozzuoli (Na).

“è il bene che resta” – ci racconta Scapestro – è un album di nove tracce nato a casa ai tempi della pandemia, momento storico che ha segnato le nostre vite aprendo porte a nuovi scenari. Da un lato abbiamo avuto la possibilità di rimetterci in gioco, riprogrammare e tracciare nuovi percorsi; dall’altro invece ci siamo ritrovati prigionieri della paura che ha contribuito a creare idiosincrasia tra gli esseri umani, sempre più divisi e intolleranti verso l’altro, verso il diverso. 
In questo strano limbo ho deciso di dedicarmi alla scrittura e composizione navigando in superficie e in profondità, tra il mondo materiale e il mondo interiore, tracciando una linea da percorrere con la grazia di un funambolo.
In questa dualità – conclude Scapestro – trova spazio il tema della perdita e quello della leggerezza come nella scanzonata “La soffitta” che ci riporta a guardare con ironia da spettatore un nuovo cambiamento.

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