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Sirens Never Sleep” è il nuovo singolo dei KICK, ora disponibile su tutte le piattaforme digitali via Anomic Records, Dischi Sotterranei e Sour Grapes. Il brano, come l’intero nuovo album “Light Figures” in uscita a novembre, è stato prodotto con Marco Fasolo.

Da sempre molto attivi anche dal vivo, sia in Italia sia all’estero, i KICK sono Chiara Amalia BernardiniNicola Mora. Il loro sound unisce elementi ruvidi e altri più avvolgenti in quello che potrebbe essere definito idealmente “sweet noise”, ovvero uno stile che concilia appunto il rumore con la morbidezza delle atmosfere, senza porsi limiti di genere. Il backgound del duo di Brescia spazia infatti dall’ipnosi del trip hop allo stoner e al desert rock. 

Dopo il precedente singolo “Setting Tina”, uscito a luglio con il featuring di Scott Reeder, “Sirens Never Sleep” prosegue un naturale cambio di direzione rispetto a quanto pubblicato in precedenza dalla band lombarda, ovvero l’album d’esordio Mothers del 2016 e il fortunato EP Post-Truth del 2018: le sonorità si fanno meno elettroniche e di contro maggiormente analogiche, minimali e al contempo heavy. 

“Sirens Never Sleep”, dall’andamento sghembo in bilico tra post-punk e no-wave, accresce il suo magnetico alone di mistero con un testo cantato in parte in una lingua sconosciuta. Le Sirene, del resto, ibride e ambivalenti per definizione, con due identità all’interno dello stesso corpo, sono legate all’ignoto e seguirle vuol dire perdersi, mollare gli ormeggi della certezza per imbarcarsi in nuove avventure. “Sirens Never Sleep è una dedica ironica alle creature che ci ingannano con il loro canto, portandoci allo schianto contro le rocce”.

Il videoclip di “Sirens Never Sleeps” è stato realizzato da Zannunzio, visual artist e bassista/vocalist della band submeet. Le riprese in notturna, avvenute tra i monti bresciani e la campagna mantovana, sono state filtrate attraverso la tecnica della glitch art, con la quale errori digitali o analogici, ottenuti con la corruzione di file o il rimaneggiamento di dispositivi elettronici, diventano espedienti decorativi e artistici che donano un nuovo aspetto e significato alla forma e all’immagine. Nelle parole di Zannunzio: “I particolari glitch utilizzati per il video, il pixel-sorting e il data-moshing, creano quel senso di vertigine e angoscia che rendono l’intero filmato una vera e propria documentazione di ‘Discesa agli Inferi’, e i KICK dei moderni Caronte”.

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