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Blood” è il primo vero singolo di Erika Grapes ad essere stato creato intorno al suo mondo e ad un concetto che la cantante ha condiviso con Pietro Foresti.

Partendo da un’idea di Grapes attorno al significato simbolico di magma, alla fase alchemica della rubedo e una serie di poesie e appunti abbozzati dall’artista attorno ai temi del sangue inteso come veicolo di informazioni karmiche, del romanticismo, dello sviluppo dell’anima e di un rapporto ironico con un vampiro, ‘Blood’ è una ballata lenta, densa ma orecchiabile, che si allontana dalle connotazioni negative semanticamente legate alla parola “sangue”. Musicalmente, scritto da Erika Grapes con l’aiuto del produttore Foresti e dell’arrangiatore Vincenzo Giacalone, Blood indugia su atmosfere western da colonna sonora tarantiniana, con un tocco di trip hop aggiunto in fase di mix&mastering da Matteo Agosti del Frequenze Studio di Monza.

Il video di “Blood” è stato affidato alla ballerina australiana Charlize Kelly la quale ha diretto, danzato e si è occupata del montaggio nella sua personale interpretazione visuale del brano. Un breve filmato ultra lo-fi a tinte viola-neon con coreografie e un gioco di ombre e luci d’ispirazione grunge.

“Charlize è un’artista talmente talentuosa ed in linea con questa canzone, da essere riuscita a cogliere e presentare quella vibe a metà strada fra Twin Peaks e Kill Bill con un set ed un mood perfetti – commenta Grapes, continuando – Le ombre, le luci ed i movimenti accompagnano la musica in una magia sfocata, onirica che mi ricorda il cinema espressionista tedesco del secolo scorso e tutta l’estetica alternativa degli anni 90”.

La copertina del singolo è stata realizzata partendo da un’idea dell’AI creator @ai.baketsu. Profondamente ispirata dal potenziale artistico offerto dall’Intelligenza Artificiale, Grapes ha creato una AI series pubblicata trasversalmente sui sui canali social in cui offre ai suoi follower una lettura più approfondita di testo, estetica ed indagine paradossale del singolo.

Erika Grapes, al secolo Erika Conti, nasce artisticamente come cantante intorno all’età di 12 anni, quando viene assegnata come voce soprano solista in un coro scolastico a Sesto San Giovanni. Pur se incoraggiata dall’insegnante di musica ad iscriversi al Conservatorio, non si formerà mai verso un indirizzo classico, operistico. All’ultimo anno di liceo, comincia a cantare in alcune band dell’hinterland milanese con i coetanei Daniele Raggi e Giulio Pons, principalmente cover o indie sperimentale in inglese.
All’età di 23 anni, avviene una svolta biografica: Erika prende la decisione di abbandonare gli studi universitari per trasferirsi a Londra, dove avverte il richiamo di un fermento artistico irrinunciabile. Dopo poco tempo diventa la cantante di una band locale con base a Edmonton, a nord di Londra. La band si chiama Bungalow Purple, ha una forte identità artistica, brani originali ed inizia ad avere un buon seguito. La band prova quasi tutti i giorni ed Erika arriva a trasferirsi a vivere nella stanza adibita a sala prove. In questo periodo, purtroppo, avviene un evento tragico: poco prima di un concerto, Erika viene seguita da uno sconosciuto e aggredita. Il trauma dello stupro subito è molto forte e porta Erika ad abbandonare la sua carriera artistica per molti anni.
Nel frattempo, dopo due anni trascorsi a Londra, Erika fa ritorno in Italia e nel giro di pochi anni inizia a lavorare come promoter e pr nell’industria discografica indipendente, dietro le quinte. Nel tempo libero ascolta continuamente musica e scrive poesie.
L’incontro con il musicista jazz Massimo Mescia, presentatole dal compianto scrittore Andrea G. Pinketts, le fa capire quanto la necessità di ritornare ad esprimersi con la propria voce sia importante e la convince a riprendere a cantare.
A distanza di anni, con una vocalità ed una maturità molto diverse, Erika riprende il suo percorso artistico laddove l’aveva lasciato. Viene contattata da un produttore dance che la indirizza al compositore e produttore Lorenzo Montanà con il quale registra e nel 2021 pubblica indipendentemente il suo primo singolo, una cover elettronica, dalle tinte noir e dream pop di “Nothing’s Gonna Hurt You Baby”.
Alla pubblicazione del singolo, iniziano subito a muoversi un po’ di cose: Erika viene contattata dal musicista e scrittore indiano Gurpreet Sekhon che le chiede di intonare e registrare il mantra Waheguru che viene ripubblicato da Sikh Channel.
Contemporaneamente il rapper di Detroit WaveyBoy le propone un featuring per il suo brano “Romantic Sanity”. Erika inizia a collaborare per alcuni mesi con il bassista e cantante Andrea Castelli, con cui scrive e produce “Falling Inside Out” e produce i brani “Love Potion N.9”, “Romantic Sanity” e l’elegia “Mother and Child”.
Nell’ottobre 2021, Erika inzia a collaborare con il produttore Andrea Del Miglio aka Delman per i singoli “Red Right Hand”, “Into Dust”, “Titanium” e “Out of Depth”.
A fine 2022 Erika fa la conoscenza del produttore e compositore Pietro Foresti a cui chiede di aiutarla a comporre musica ad hoc per i suoi testi. Pietro coinvolge nel team il musicista e arrangiatore Vincenzo Giacalone e l’ingegnere del suono Matteo Agosti. Viene così prodotto il singolo “Blood”, un brano vampire pop a metà strada fra Nancy Sinatra e Leonard Cohen, in pubblicazione il 13 aprile 2023.

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