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Grazie all’Associazione Cuori Arancioni al Caffè Alzheimer di Pistoia sarà avviato un percorso di musicoterapia: una nuova attività che, insieme alle molte già in essere, avrà senz’altro effetti positivi sui malati ma anche sui familiari e i caregivers.

Gli strumenti musicali sono stati consegnati in questi giorni alla presenza del Presidente della Società della Salute Pistoiese e vicesindaco del Comune di Pistoia dottoressa Anna Maria Celesti, la direttrice della struttura operativa complessa di Geriatria dottoressa Elisabetta Tonon, e i Dirigenti infermieristici i dottori Paolo Cellini e Fabio Pronti.

Quella del Caffè Alzheimer è un’esperienza lunga 17 anni, tra le prime a livello nazionale: già attivo nel 2007 si inserisce nella cornice dei servizi a sostegno delle persone con demenza di Alzheimer e delle loro famiglie.

Durante la cerimonia di donazione la dottoressa Celesti, ringraziando i “Cuori”, per l’attenzione e la vicinanza ai malati di Alzheimer, ha ricordato l’importanza di questo servizio che intende sostenere e potenziare. “L’Alzheimer è anche una malattia sociale, che genera un carico assistenziale impegnativo e complesso perchè prendersi cura di questa persone richiede una dedizione costante e luoghi come il Caffè Alzheimer – ha detto la presidente della Sds – forniscono sostegno e aiutano a promuovere la socializzazione prevenendo il rischio, reale e frequente, di isolamento dei malato e delle loro famiglie”.

“Questa nuova attività – ha aggiunto la dottoressa Tonon – avrà effetti positivi sulla memoria musicale, a livello emozionale e della comunicazione non verbale. La musica dal vivo, è stato dimostrato, genera anche un clima favorevole e ringrazio i Cuori, anche a nome degli operatori del servizio”.

Il Caffè Alzheimer rappresenta un luogo in cui poter parlare, in un clima confortevole e rilassato, della malattia e dei problemi che comporta, un posto dove poter condividere le esperienze, ottenere informazioni su aspetti medici, psicologici e sociali preziose per migliorare la qualità di vita dei pazienti e dei caregivers durante il percorso clinic-assistenziale. Come ci richiama la parola caffè, gli incontri costituiscono un momento di pausa dagli impegni quotidiani che diventa più piacevole se condiviso con altri.

Il Caffè Alzheimer è inserito nel tessuto sociale della città: a dimostrazione di questo, la partecipazione dei molti volontari di tutte le età, la collaborazione con la scuola dell’infanzia La Filastrocca, gli scout e prossimamente i ragazzi dell’IPSSCS “Luigi Einaudi”.

Gli incontri al Caffè dono organizzati sia per i caregivers che per le persone malate: dopo un primo momento di accoglienza, vi è la suddivisione in gruppi per favorire lo svolgimento delle attività. Un primo gruppo, formato prevalentemente da familiari, si ritrova in uno spazio dedicato per affrontare e discutere in maniera informale con uno degli operatori del caffè o con esperti esterni che si alternano di volta in volta, su un determinato argomento che riguarda aspetti medici, assistenziali o psicosociali della malattia. Il secondo gruppo, formato per lo più da malati e volontari si dedica ad attività socio-ricreative di vario genere. L’accoglienza dei nuovi arrivi è coadiuvata dalla familiare esperta Erina Serruto.

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