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Ex cantante di una band hardcore con la fissa per lo skate e ascolti fra i più disparati che vanno dall’ambient all’elettronica, passando per tutte le declinazioni del punk. È Tanca, rapper pugliese trapiantato a Milano – dove ha trovato la sua famiglia adottiva, la crew Klen Sheet – e con la testa alla California.

Brbcue” è il suo primo singolo, fuori il 3 giugno per peermusic ITALY, prima anticipazione dell’album d’esordio “Words of Dogtown” in uscita a settembre.

Un flusso di rime sincopate, ricordo dell’estate 2020, con questa nuova famiglia discesa in massa in Puglia come una truppa agguerrita, pronta a far casino. “Non ricordo più se è stato per una settimana, un mese, o un giorno, ricordo però quanta musica abbiamo fatto e quante birre abbiamo bevuto” dice Tanca. “È uno sfogo basato su quanto ero contento di quello che stessi vivendo e di quanto ne volessi ancora, tutti i giorni per sempre, mi rendo anche conto che se davvero fosse così non so quanti ne uscirebbero vivi”.

“Brbcue” è una dichiarazione d’amore per uno stile di vita e d’appartenenza a una comunità. Ma è anche una prima affermazione identitaria di un artista che ha l’urgenza di aggiungere un nuovo e originale tassello al mosaico della più recente scena rap e urban italiana.

Nel frattempo, il 27 maggio, Tanca ha rilasciato sul canale youtube di Klen Sheet “Words of Dogtown”, un vero e proprio cortometraggio in cui riarrangia in versione strumentale alcuni dei brani dell’album d’esordio.

Diretto da Vittoria Elena Simone “il corto racconta la famiglia, gli sbagli, le rivincite, l’amore, le perdite e i traguardi nel quale credo tutti possano rivedersi. Avevo bisogno di questo per capire di cosa devo prendermi cura davvero, e cosa a volte è giusto lasciarsi alle spalle” come afferma Tanca, mentre la regista aggiunge: “questo progetto nasce per una necessità personale mia e di Tanca di dare un volto al turbine emotivo che ti porta a lasciare il sud Italia, la provincia e gli affetti di una vita, in cerca del proprio posto nel mondo, che nell’era contemporanea significa spesso migrare verso la città, e al senso di solitudine e spaesamento che però sorge nel momento in cui si arriva”.

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