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Esce il 21 febbraio, “Zyngher – Live in Brianza” album dal vivo di Lorenzo Monguzzi, fondatore degli Zoo, gruppo con il quale nel ’97 vinse Arezzo Wave, e anima del trio acustico Mercanti di Liquore.

Registrato nella campagna brianzola, con tanto di uccellini e far da sottofondo, l’album contiene dieci tracce: otto sono quelle contenute nell’omonimo album in studio uscito nel novembre del 2020, in piena pandemia, con l’aggiunta di “Portavèrta”, title track del suo disco del 2013, primo da solista, con cui arrivò anche nella cinquina del Tenco sezione Opera Prima, e America, un inedito presentato qui nella sua forma primordiale, voce e chitarra.

Zyngher è un disco in dialetto brianzolo, per metà nato per gioco: “Ho provato a tradurre nel mio dialetto una manciata di canzoni ‘anglofone’ a cui sono legato – ha raccontato Monguzzi – . In alcuni casi l’operazione si è rivelata impossibile, perché il dialetto certe parole non le contempla o più semplicemente perché alla prova del nove, il canto per intenderci, il risultato suonava male o in qualche modo tradiva il senso poetico dell’originale. Con alcune canzoni invece tutto è filato liscio, molto più facile che con l’italiano così povero di tronche e di onomatopee.

Quello che le mie versioni mi sembrano evocare è indubbiamente più ruspante degli originali, ma l’ambizioso tentativo non è mai stato quello di fare delle parodie, bensì trascinare il dialetto in territori avventurosi quali la poesia o almeno la letteratura”.

Nasce in Brianza, dove attualmente vive, il 14 maggio 1967.

Inizia la sua attività musicale come chitarrista e cantante, allargando ben presto i suoi interessi anche alla composizione. Nel ’92 fonda con alcuni amici musicisti gli Zoo, gruppo che in breve tempo si guadagna l’attenzione di pubblico e addetti ai lavori, vincendo importanti concorsi o manifestazioni musicali, tra cui l’ambitissimo Arezzo Wave nel ’97.

Nel ’98 esce il primo ed ultimo album della band, Musica Mezzanima.

A metà degli anni 90 dà vita con Piero Mucilli e Simone Spreafico a una formazione orientata verso la musica acustica: nascono così i Mercanti di Liquore.

Il repertorio del trio è costituito inizialmente da brani rivisitati di alcuni grandi cantautori italiani, primo fra tutti Fabrizio De Andrè. Proprio questa scelta e questa predilezione per il grande artista genovese consente ai Mercanti di partecipare a numerose e importanti manifestazioni musicali: la più significativa delle quali è senza dubbio “Faber, amico fragile”, tenutasi il 12 marzo 2000 al Teatro Carlo Felice di Genova.

In quell’occasione il trio esegue “Geordie”, condividendo il palco con i maggiori artisti italiani. Dall’evento nascerà il doppio cd “Faber”, contenente tutti i brani eseguiti in quella memorabile serata.

L’originalità degli arrangiamenti e dell’interpretazione dei brani altrui sono però il sintomo di un’attitudine musicale e di una necessità espressiva che lo porteranno presto alla creazione di composizioni originali di straordinaria consistenza stilistica.

Nell’arco di oltre un decennio, con il trio brianzolo si esibisce in innumerevoli concerti in tutta la penisola, conquistandosi una crescente notorietà e la stima di un pubblico sempre più vasto e affezionato.

Nel 2003, insieme ai Mercanti di Liquore, inizia a collaborare con l’attore Marco Paolini.

Il primo spettacolo di quella che sarà una lunga e proficua collaborazione si intitola “Song n.32 Concerto variabile”, in cui le canzoni del trio si alternano a brevi monologhi, poesie e filastrocche. Da questo lavoro nascerà il cd “Sputi” del 2004.

L’anno successivo i Mercanti compongono e incidono le musiche per “Gli album di Marco Paolini” trasmessi su Rai3.

Nel 2006 il violoncellista Mario Brunello invita Lorenzo e i Mercanti a partecipare allo spettacolo “Mozart genio?…Da vicino nessuno è normale”.

In questa occasione i Mercanti affiancano la prestigiosa Orchestra d’Archi Italiana (diretta appunto dal Maestro Brunello) interpretando alcune composizioni di Fabrizio De Andrè.

Nello stesso anno riprende la collaborazione con Paolini e nasce “Miserabili, Io e Margaret Thatcher”.

Dopo una lunga tournée che li vede esibirsi nei più importanti teatri italiani, il gruppo lombardo e l’attore veneto registrano il secondo disco insieme, con lo stesso titolo dello spettacolo.

Ritroviamo Lorenzo come autore e interprete musicale in “Album d’Aprile” di Marco Paolini, spettacolo che insieme all’attore lo vede protagonista in diretta su LA7 nel febbraio 2008 e poi ancora nel capodanno 2009 con “La Macchina del Capo” e a novembre con “Miserabili”, in diretta dal Porto di Taranto.

Con i Mercanti di Liquore incide: Mai paura 1999; La Musica dei Poveri 2002; Sputi 2004; Che cosa te ne fai di un titolo 2005; Live in Dada 2006; Miserabili 2008.

Nella primavera 2013, in collaborazione con Jolefilm, ha dato vita ad un nuovo progetto: “Portavèrta”, primo disco da solista.

Il nuovo lavoro è stato presentato nell’estate 2013 con lo spettacolo “Song n.14”, un concerto teatrale che l’ha visto sul palco con un ensemble eterogeneo di musicisti (Orchestra Variabile) e nel quale Paolini ha partecipato nell’insolita veste di “gruppo spalla” , con brevi racconti e piccole storie, a far da contrappunto alla musica, protagonista assoluta dello spettacolo.

Nel disco le nuove composizioni spaziano tra diversi generi, mantenendo un contatto con la scuola cantautoriale, ma aprendosi nel contempo nuove strade e nuove possibilità espressive.

“Portavèrta” è anche il titolo dell’unica canzone del disco scritta in dialetto brianzolo e testimonia la necessità dell’artista di fare i conti ancora una volta con le proprie origini e con tutte le contraddizioni della sua terra.

Dall’autunno del 2012 a Febbraio del 2016 è protagonista della tournée teatrale “Ballata di Uomini e Cani, dedicata a Jack London”, di e con Marco Paolini e di nuovo nell’estate del 2017, sempre con Paolini, partecipa al reading teatrale “U. Piccola Odissea Tascabile”.

Nell’estate del 2018 lo ritroviamo protagonista de “ll Calzolaio di Ulisse”, spettacolo in forma di oratorio di e con Marco Paolini, con la collaborazione di Francesco Niccolini e la regia di Gabriele Vacis.

Nel 2019 l’azione scenica prende corpo nello spettacolo “Nel Tempo degli dèi”, che di questo oratorio è seguito e sviluppo, coprodotto dal Piccolo Teatro di Milano e Jolefilm. Lo spettacolo ha debuttato nel mese di Marzo 2019 al Teatro Strehler ed è stato rappresentato, nella stagione 2019/2020, nei principali teatri italiani e in alcuni importanti festival europei.

Nell’estate del 2020 Lorenzo partecipa al nuovo spettacolo teatrale “Teatro fra parentesi”, di e con Marco Paolini, la cui rappresentazione proseguirà anche nelle stagioni teatrali 2021-2022.

Parallelamente al lavoro in teatro Lorenzo continua l’attività live, proponendo uno spettacolo che comprende sia i nuovi brani da solista e sia il repertorio dei Mercanti di Liquore.

A Dicembre 2020 esce il suo secondo disco da solista, “Zyngher”, il primo interamente in dialetto brianzolo.

Nella primavera del 2021, in collaborazione con l’agenzia Bagana Music, dopo una pausa di 10 anni, viene ripreso il progetto dei Mercanti di Liquore, con una formazione allargata capitanata sempre da Lorenzo Monguzzi alla voce e alla chitarra.

Il gruppo è impegnato nella lavorazione del nuovo disco.

Così il dialetto cavalca le melodie di “Gypsy” di Suzanne Vega che diventa, appunto, “Zyngher”, “Henry Lee” di Nick Cave, “The guns of Brixton” dei Clash che si trasforma in “I rivultèi de Brixton”, “Folsom prison blues” Johnny Cash che prende il titolo di “San Vitùr Blues” e “The girl from the Greenbrair shore”, tradizionale del repertorio bluegrass americano, che muta in “La tusa de Lisùn”.

L’album contiene, inoltre, cinque brani originali che sono stati scelti appositamente per mantenere una consonanza con quelli tradotti dall’inglese. Raccontano piccole storie in bilico tra l’autobiografico e l’invenzione “con un occhio sempre al micro per stare alla larga dalle facili retoriche del macro”. “Direi – spiega l’artista – che questa è sempre stata la mia attitudine, sulla scia dei grandi maestri del passato. Sono storie periferiche, narrate da personaggi orgogliosamente perdenti e capaci di raccontare la loro realtà con una buona dose di ironia e un briciolo di poesia inconsapevole, almeno apparentemente”.

Dalla nostalgia per un passato che non trova riscontro nemmeno nei luoghi della giovinezza, alla confessione di un delinquente che rivendica il diritto di poter parlare con Dio, nonostante gli errori evidenti della sua esistenza, fino all’America raccontata da un improbabile emigrante che al bar si vanta delle sue esperienze oltre oceano, esagerando e enfatizzando la sua narrazione.

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