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La globalizzazione è veicolata dai social media che stanno, nel bene e nel male, ridisegnando un mondo nuovo nell’ambito delle relazioni umane. L’artista le vede come una sorta di Torre di Babele in cui tutti possono partecipare al grande rito del “ci sono anch’io”, dove però la vita vera, quella di chi scappa per fame o per guerre risulta sempre più lontana da noi.

«La guerra in corso in Ucraina, mentre scrivo, ci si è avvicinata all’improvviso e forse una riflessione, che non sia “ il muro di finta vergogna”, andrebbe fatta.» Eugenio Balzani

Il luna park dei pazzi” fa parte dell’album dal titolo “ItaliòPolis”, uscito lo scorso aprile: undici canzoni per un racconto unico, racconto di uno Stato che spesso non c’è, che a volte assomiglia ad una grande e confusa città, come in un gioco o in un fumetto. Si parla dei suoi strani abitanti, gli Italiani, sempre meno riconoscibili, sicuramente spaventati dalla pandemia, ma già da prima predisposti ad una collera collettiva che spaventa anche più dei virus.

Eugenio Balzani nasce e vive a Cesena (FC). Si laurea a Bologna presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, e attualmente svolge la libera professione nella sua città.

A metà degli anni 90 comincia a scrivere canzoni che finiranno nel suo primo disco “Blu”, un live registrato presso il Teatro Petrella di Longiano (FC), sarà poi finalista nel 2002 e nel 2003 del Premio Città di Recanati organizzato da Musicultura con i brani “Io x Dio x 3e14” e “Normalizzazione”.

Svolge la sua attività cantautorale, quasi esclusivamente in ambito locale, salvo sporadiche apparizioni in manifestazioni inerenti sempre la canzone d’autore.

Nel 2012 porta in scena a “Fabbrica” presso Gambettola (FC) uno spettacolo di parole e musica “Dall’Albero alla Nuvola” ispirato al romanzo di Cormac McCarthy “Non è un paese per vecchi”, il suo autore preferito insieme ad Iosif Brodskij e Raymond Carver.

Ha pubblicato quattro raccolte di canzoni Blù, TempOrale, Io x Dio x 3e14 e ItaliòPolis.

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