“Abbey Road”, è il nuovo singolo di Ida Nastri, ultima tappa prima dell’uscita dell’Ep, “2P”, attesa il 1 giugno, per Romolo Dischi.

Gli autori Padellaro/Salvaggio scelgono un titolo che non è solo un omaggio ai Beatles, ma anche una metafora di casa.

Abbey Road è quel disco che si fa riecheggiare tra le mura domestiche le domeniche pomeriggio di inverno, mentre fuori piove. Che fa cantare e che purifica la mente dai pensieri accatastati durante la settimana. Il brano, rispetto ai singoli che l’hanno preceduto, si tinge di sonorità più tipicamente cantautorali, con dei chiari riferimenti, soprattutto nel ritornello, a pietre miliari come “Hey Jude” o “Carry That Weight”, ed è impreziosito dalla tromba di Pietro Gioia. Il testo descrive un rapporto maturo che ha visto piano piano, mattone dopo mattone, creare una dimensione di casa: quel luogo in cui prima di entrare ci puliamo le suole delle scarpe per non sporcarlo, in cui si è se stessi, e dove ci siamo lasciati conoscere togliendo tutte le nostre barriere. In questo piccolo stadio che abbiamo costruito si gareggia insieme, per mano, ci si aspetta quando l’altro è più stanco, e ci si sprona quando si è in forze. Non ci sono altri concorrenti, se non i due che hanno scelto di allearsi e fare il percorso insieme. La difficoltà sta proprio nel non contaminare questo terreno franco con le logiche che ci sono al di fuori, votate all’efficienza, al profitto, alla competizione. Ma bisogna allenarsi a saper chiudere, veramente, la porta di casa.

Parlando del brano, Ida Nastri afferma: “Il brano “Abbey Road” per me non è solo un chiaro omaggio ai The Beatles, fonti inesauribili di ispirazione, ma è anche un neologismo per definire l’ambiente protetto che ci siamo costruiti e che chiamiamo casa. In cui ci alleniamo ad andare al nostro ritmo rispettando i tempi dell’altro. È la colonna sonora che mettiamo su per accompagnarci e per scaldare l’inverno. Tuttavia la strada si fa giorno per giorno, nel brano dico “viviti il presente allora sarai eterno”: è una lezione che quotidianamente cerco di mettere in pratica, ed è tra le regole più importanti che abbiamo scelto di osservare tra le nostre quattro mura”.

Nome d’arte di Chiara Padellaro, cantautrice nata e cresciuta a Roma. La musica riempie la sua vita fin da piccola e a 360 gradi. Ha da sempre affiancato allo studio accademico, quello sul campo come performer, con diverse formazioni e generi. Poi è iniziata l’esperienza anche come autrice e didatta. Inizialmente legata al mondo del jazz, ha fatto uscire un primo album nel 2018 dal titolo “Acqua” che ha portato sui palchi di diverse città e rassegne come “Lucca Jazz Donna”, “Retape” per Auditorium Parco della Musica, “Ardeforte”, “Nuov Consonanza”. Il progetto “Ida Nastri” ha invece preso vita circa due anni fa, back to back con il musicista e producer Giuseppe Salvaggio. La matrice comune dei brani sono i testi in italiano, mai banali, critici e spesso ironici. Musicalmente si passa dalla ballad alla cassa in 4. Per non mettere freni all’ispirazione e alla creatività.

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