Print Friendly, PDF & Email

In radio e negli stores, dal 2 luglio, “Bugie” è il nuovo singolo di Richi Sweet, che sugella la proficua collaborazione con la label GNE Record di Brescia e con il produttore artistico, Maestro Giancarlo Prandelli. Arrivato dopo il successo dell’album di esordio, “Resurrezione”, il cui singolo di lancio “Dedicata a me” aveva portato Richi a superare la prima selezione di Sanremo Giovani 2020 con Amadeus, “Bugie” è  un brano trap indie con un testo di grande attualità, scritto durante il lockdown e accompagnato da un lyric video.

Ancora una volta il giovane artista si fa portavoce di chi vive forti disagi sociali, in questo caso di chi, come lui, ha provato rabbia nell’assistere a dinamiche incomprensibili, alle contraddizioni e alle mancanze di uno Stato che ha finito per affossare troppe categorie di lavoratori, che hanno oggi difficoltà perfino di sostentamento e sono ai limiti della sopravvivenza. “Con tutte quelle restrizioni, ho visto padri di famiglia non riuscire a comprare nemmeno più da mangiare per i propri figli,” sottolinea  Richi stesso, “nel giro di pochi giorni, ho visto negli occhi della gente la stessa rabbia, che provavo io.  Ho pensato, quindi, di canalizzare questo sentimento nella musica, nella scrittura, affinché ne potesse scaturire qualcosa di buono e, si spera, utile per gli altri…”

Una denuncia pesante, che ci ricorda come alle vittime ufficiali della pandemia vadano sommate la miriade di suicidi di chi “SI LEVA LA VITA/ INDEBITATI A VITA/ PENSA SOLO QUANTI /SONO QUEI COMMERCIANTI /CHE L’HANNO FATTA FINITA”, responsabile  un sistema che si è rivelato inadeguato a fronteggiare l’emergenza, fornendo il necessario supporto ai propri cittadini in difficoltà e che ha finito per alimentare il malcontento attraverso ripetute “bugie”, quelle che Richi in modo schietto definisce “fesserie”; il tutto con la complicità dei  media che, dietro le garanzie di tutela dalle fake news, hanno alimentato una informazione deviata: “Ero stanco di sentire ciò che diceva il tg, quando la realtà che vivevo in casa e attorno a me sembrava essere l’esatto opposto” ricorda Richi.

Forte il messaggio finale: in  una situazione di tale gravità, fuori dalla propria portata e comprensione, cosa resta da fare per un giovane se non immaginare che sia tutto solo un brutto sogno, desiderare di svegliarsi per dire “NON ERA VERO”?

Share Button