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Quello bravo” è il nuovo singolo di Fabio Poli attorniato da una superband composta da Cristian Cicci Bagnoli alle chitarre, Max Gelsi al basso, Salvatore Bazzarelli tastiere e Filippo Sbam Barcaiolo alla batteria. 

“Un ritratto provocatorio dello stato della musica in Italia, per questa generazione precaria di musicisti quarantenni, combattuta tra la stabilità lavorativa di tributi, coverband, progetti di intrattenimento musicale di facile presa ed il sogno di sempre di una carriera artistica fatta di canzoni e produzioni originali attraverso cui esprimersi realmente. 

Nella maggior parte dei casi, abbandonati a se stessi da una discografia morta e sepolta, e dalle generazioni precedenti di artisti “che ce l’hanno fatta” che non hanno mai investito seriamente su un rinnovamento della scena.

Da questo punto di vista particolare, possiamo poi allargare l’immagine, estendo questa riflessione in senso sociale, ad una generazione che vive nella costante attesa di potersi realizzare in ogni settore, frenata da un Paese che non la comprende e non la rappresenta, malgestito da un Potere in mano da decenni ai soliti noti, irrimediabilmente fuori tempo massimo”.

Un brano dal sapore punk rock, nato durante una jam session, con potenti riff chitarristici e una sezione ritmica compatta su cui si innesta un testo, al solito, carico di ironia, in una sorta di flusso di coscienza in cui si susseguono episodi di vita da tour realmente accaduti dai contorni tragicomici.

Nel videoclip, girato da Matteo Battellino per Atelier n.33, in una scuola in disuso, messa gentilmente a disposizione dal Comune di Noventa Padovana, si è cercato di sottolineare questa volontà di prendere in giro, in primis, se stessi, attraverso una serie di gag surreali che ricorrono costantemente in tutto il brano.

“Abbiamo scelto come location una scuola abbandonata partendo dal presupposto che gli esami non finiscono mai. E così vedere dei musicisti ultraquarantenni, seguire lezioni assurde, in cui si imparano cose totalmente antimusicali come scimmiottare le mosse delle star internazionali, in mezzo alle macerie, fa scorrere il brano velocemente, fra tante metafore, e magari sensibilizza il pubblico su certe oscenità che vengono richieste attualmente dal mercato musicale”

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