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Il “c’era una volta” dei Koomari è “Magico”, un singolo d’esordio che mescola atmosfere sognanti a un funky lontano da vezzi eccentrici, per un cocktail di realtà allucinata. 

L’escapismo regna nel brano dei ragazzi di Casalmaggiore, i quali giocano con la figura dello specchio fino a perdere la percezione di sé. Il gioco degli specchi si riflette sulla struttura del brano: il testo pone uno specchio di incertezze rappresentate da quel “lo so” ripetuto nel tentativo di convincersi che tutti i livelli di realtà che si rifrangono siano attendibili. Un verso che, fungendo da perno del brano, proietta una strofa e un ritornello che si dimostrano quasi speculari. L’eterna domanda su chi siamo viene ampliata e moltiplicata come in un labirinto di specchi dove è impossibile distinguere i corpi reali dalle loro copie. 

È insolito come la band decida di approcciare un tema tanto delicato e complesso, ma è proprio qui che sta la trovata dei Koomari: avvicinare cose tanto articolate con l’ironia e la leggerezza di un gruppo di amici che romanticizzano aneddoti passati. Dopo tutto l’impianto narrativo del sogno rende tutto possibile, quindi perché no?

Nonostante il groove marcatamente euforico, il brano cela un’incertezza che sorge nel momento di relazionarsi con l’altro. Se i molteplici riflessi rendono la vista nulla, allora è la bussola emotiva che guida gli esiti del rapporto. Bisogna quindi affidarsi alle sensazioni, anche quando queste ci conducono all’errore: “è magico”. 

La copertina del singolo è una fedele rappresentazione del velo onirico che ricopre “Magico”: realizzata con frame del videoclip ufficiale e Intelligenza Artificiale, l’artwork catapulta i Koomari in una Narnia 2.0 accessibile da uno speciale armadio di Casalmaggiore. Il resto lo fa la musica. “Magico” è il primo estratto da “Movimento”, EP di 4 tracce con cui i Koomari si mettono in gioco in prima persona e auspicano di abbattere i confini della provincia cremonese. 

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