KOSE torna ad emozionare con “GUERNICA”
E’ disponibile su tutte le piattaforme digitali “Guernica”, il nuovo singolo di Kose.
Il rap, la musica, la luce. Concetti estremamente complementari, ma per molti divisi, sperati da tematiche superficiali, frivole, vacue. La concezione errata ed erronea che il rap sia e debba essere sinonimo del racconto di sfarzi, ricchezze ed esistenze vissute al limite della legalità. Ma il genere, sviluppatosi appieno come costola dell’Hip Hop negli USA a metà degli anni ’70, aveva principalmente il compito di esprimere in rime i pensieri, i sentimenti, le emozioni, i drammi e le gioie della gente; il desiderio di riscatto, questa era la chiave. Ma il riscatto non va e non deve essere inteso come una sfida alla vita, come un piccolo olimpo fondato sull’insuccesso altrui; al contrario, occorre partire da se stessi per vivere un’esistenza appagante, soddisfacente, in linea con le proprie attitudini.
Ed è lontano dalle ostentazioni di ogni genere e tipo che Kose, MC mantovano classe 1979, ha costruito il suo percorso artistico, facendo proprio il linguaggio del Rap, ma discostandosi da tutto ciò che esula dall’esigenza espressiva, compresi gli sfoggi, che negli anni ‘80-‘90 erano simbolo tangibile di quel riscatto, ma che oggi, per molti, appaiono più come specchi dorati per le allodole; il manifesto di quell’esibizionismo che, nell’era dei Social, appartiene un po’ a tutti noi.
Guernica, città iberica capitale religiosa e storica dei Paesi Baschi spagnoli, diventata, con la sua quercia Gernikako Arbola – sotto la quale si riuniva l’Assemblea di Biscaglia – simbolo di libertà per il popolo locale, nel 1937, durante la guerra civile spagnola, subì un drammatico bombardamento aereo e divenne celebre in tutto il mondo grazie all’omonima magnifica opera del genio andaluso Pablo Picasso.
«“Guernica” – dichiara Kose – è un brano a cui tengo moltissimo. L’ho scritto subito dopo aver registrato le strofe nel mio registratore vocale, al ritorno da un concerto che avevo tenuto in provincia di Roma nel settembre del 2019. Al rientro, avevo deciso di percorrere la via Aurelia, costeggiando il mare lentamente, per godermi ogni istante di quella gioia vissuta la sera prima al concerto. Durante il tragitto, la mia mente ha ripercorso alcuni momenti della mia esistenza. Mi sono ritrovato catapultato in una specie di resoconto ed ero grato. Così ho fatto partire la strumentale che mi avevano inviato proprio quello stesso giorno e mi è venuto subito in mente il famoso quadro di Picasso. A quel punto ho unito la mia condizione esistenziale prima del mio incontro con Gesù, in cui mi sentivo frammentato come i soggetti del quadro ed il me di oggi, un uomo grato, che ha più volte vissuto l’esperienza di essere tratto in salvo. È un brano che potrei dire essersi scritto da sé, su una strumentale nuova rispetto ai suoni sui quali ero abituato a scrivere in passato. Resto comunque nel solco della Black Music e della scrittura che più mi contraddistingue che è quella “conscius”».
Il brano di Kose è il ritratto in musica di una “società-Guernica”, bombardata da ogni genere di contenuto, emozione, giudizio: una società sovraesposta, ma impreparata alla sovrastimolazione. Verità celate, maschere che ciascuno di noi indossa, chi per fingere, chi per nascondersi, chi per mettersi al riparo da un mondo che non sente proprio.
«La verità non ha spazio sopra i giornali, vedo coralli splendere anche sotto i temporali»; rime che scorrono chiare e fluide su un beat volutamente essenzialista, che lascia spazio ad un testo intenso, profondo, un vero e proprio agglomerato di contenuti, un manifesto in musica dei tempi nostri:
«Vicini estranei, brigliati dentro a giudizi e idee,
più cerchiamo di capirci e più scaviamo trincee.
Io da un po’ che ho cambiato rotta,
ho preso insulti e applausi come una rockstar.
Scendere infondo ai miei abissi,
voci di dissing che driblo per non sentirli.
C’è più di una spina da sradicare,
slaccio il collare, la libertà può fare male».
E per uscire da questa condizione di smarrimento, rabbia, lotta contro se stessi ed il prossimo, servono sentimenti puri, parole d’amore sincere – «parole eterne colmano il divario» -, che facciano sentire ogni essere umano «destinatario di un amore straordinario».
La ricerca di un Amore senza genere e definizione, che possa portare rinascita, serenità, libertà interiore, perché è sempre e solo l’Amore, in ogni sua forma e declinazione, a far giungere l’uomo alla conclusione che «davanti allo specchio ero come Guernica, a pezzi, ma tu mi hai ridato la vita».
Ad accompagnare il brano, il videoclip ufficiale, diretto da Peter Marvu, che riflette la valenza del brano con un susseguirsi di immagini girate tra la quiete del mare e la straordinaria, imponente bellezza della natura.
Kose è un artista che arriva dritto e diretto con la potenza delle parole e la sincerità dei testi, spogliati da futili artifizi; un artista che punta a smuovere le coscienze attraverso la musica, perché la musica ha il compito di portare a galla le emozioni e le emozioni non hanno bisogno di fronzoli per emergere, ma di quella trasparenza, di quel realismo e di quel sentire comune che ci rende affini, uniti nelle nostre meravigliose differenze e peculiarità personali.
«Ora so che dentro l’universo c’è un disegno immenso: amore eterno, splendo».
Gianluca Cosentino, in arte Kose, nasce a Mantova nel Maggio del 1979. All’età di 14 anni entra in contatto con la cultura Hip Hop della sua città, prima con il breaking e poi con il rap. Si appassiona presto all’arte del freestyle e nei primi anni del 2000 presenzia a numerosi eventi locali legati al breaking, partecipando a battle di rap. Nel 2003, un’esperienza inaspettata lo travolge, modificando le sue priorità. Intraprende un cammino personale e spirituale intenso e non facile, alla ricerca del suo posto nel mondo. Nel 2009 si iscrive all’Istituto Superiore di Scienze Religiose, conseguendo la laurea magistrale in Scienze Religiose. In seguito, inizia a lavorare come insegnante di Religione Cattolica alla scuola primaria statale, ruolo che ricopre tutt’ora. Nel 2010 si sposa e diventa padre di tre splendide ragazze. Nel corso degli anni gira la Penisola, arricchisce il suo bagaglio personale e professionale e fonde il rap con la sua testimonianza di vita e di fede. Ma Kose non mira ad essere definito un “rapper cattolico”: la Fede è parte fondamentale della sua esistenza, ma i messaggi che vuole trasmettere con la sua musica hanno una valenza globale, che raggiunge uomini e donne indipendentemente dal credo di ognuno. Il 21 Giugno 2019 esce il suo primo album, “Animadvertere”, un disco composto da 10 tracce, dalle quali emerge pienamente il suo stile artistico e la sua visione di vita. Grazie a questo LP calca i palchi di molte città italiane e nel Settembre dello stesso anno inizia a collaborare con la Casa di Produzione mantovana Cosmophonix Production, con cui realizza il brano “Guernica”, una canzone dalle sonorità essenziali, che lasciano spazio al testo, profondo, incisivo e denso di significato. A Gennaio 2020 inizia a lavorare con il musicista Alessandro Fava, già bassista dei Novel e producer. Con lui realizza un tour di concerti dalle tonalità Black Music, nel quale è accompagnato da una band formata da Andy Enaud alla batteria, Marco Galeone alle tastiere, Giovanni Manfredi alla chitarra, Angie Alfieri backing vocal e dallo stesso Fava al basso ed alla direzione artistica. La tournée segna il tutto esaurito già dalla prima tappa. Un rapper, un uomo, un artista sincero che punta a smuovere le coscienze grazie al potere della musica, delle parole ed a quello, universale e potentissimo, dell’Amore, in ogni Sua forma e declinazione.