Il 4 dicembre L’Iperuranio presenta il suo singolo “Madrenatura”, ultimo estratto dal suo debut album “Postimpressionismo”.
In quest’era in cui tutto va più veloce L’Iperuranio rallenta e attira l’attenzione su uno dei suoi brani più riusciti.
“Madrenatura è il pezzo più viscerale che io abbia scritto finora. Sin da ragazzino ho sempre convissuto con una forte matrice esistenzialista e in questo caso ho sentito il bisogno di tirarla fuori senza filtri. Vivere una vita che non abbiamo chiesto di vivere è uno dei bocconi più amari che un essere umano debba ingoiare. Vivo lo stesso. Ma non riesco a dimenticare questo bug di sistema”, dichiara l’artista.
“Madrenatura” è stato scritto praticamente un decennio fa. Solo nell’ultimo anno e mezzo l’autore ha deciso di raccogliere tutti i lavori fatti e racchiuderli in un album. La particolarità di questo lavoro è che nonostante i diversi periodi storici in cui sono stati creati, i brani mantegono un fil rouge che li lega sia dal punto di vista di sound che di testo.
In particolare di questo singolo si percepiscono le influenze rock. L’Iperuranio ci ricorda molto lo stile dei Subsonica nei suoi testi. Un rock che gioca con sintentizzatori e richiami indie pop.
“Madrenatura” è diverso dalle solite canzoni che troviamo in giro. L’Iperuranio in questo singolo ha messo tutta la sua energia e il suo talento. Un tassello con cui l’artista chiude il suo percorso con “Postimpressionismo”.
Il brano è accompagnato da un video in uscita il 9 dicembre, diretto e montato da Francesco Chiot, già regista per L’Iperuranio di “(Non)essere”, “Incontri” e “Dopo la Pubblicità”. Girato principalmente lungo il torrente Rosandra, a Trieste.

L’Iperuranio è il progetto cantautorale di Nicola Bertocchi, triestino classe 80. Un adolescenza fatta di racconti, poemi e poesie fino a quando non arrivata la prima chitarra. Amore a prima vista. Si è fatto prestare un manuale d’accordi e nel giro di poco tempo sono nate le sue prime canzoni.
Nicola ha una storia come tanti altri e allo stesso tempo completamente diversa. La sua avventura inizia con una chitarra e con tante cover band. A
metà anni duemila diventa L’Iperuranio ispirato da Platone e dall’idea che ormai non s’inventa niente. Al massimo si possono solo “ricordare” e rielaborare cose che già esistono.
Nel suo percorso incontra una figura molto importante Nicola Ardessi, tastierista e produttore. I due iniziano la realizzazione di demo caserecci. I due dopo diversi anni di collaborazione individuano diversi pezzi da inserire in un album “che prima o poi si sarebbe dovuto fare”.
La fretta non è proprio nelle sue corde. L’Iperuranio si prende tutto il tempo del mondo e incomincia la rielaborazione di quei brani. A fine 2019 finalmente il lavoro è completato e vede la luce “Postimpressionismo”, il debut album de L’Iperuranio sotto l’etichetta LaPop.