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La solitudine, la fragilità dei rapporti sociali, il senso di inadeguatezza: esce il 17 marzo “Monster cries solo in the heaven“, il nuovo singolo del rapper e produttore sardo Malakay per peermusic ITALY.

Title-track dell’album d’esordio e secondo capitolo di una narrazione più ampia iniziata con “Millennium ghetto” e destinata a proseguire fino all’uscita del disco, “Monster cries solo in the heaven” è un viaggio dentro se stessi alla ricerca di nuove verità, anche dolorose.

Dalla nostalgia generazionale di “Millennium ghetto” Malakay con il secondo singolosi sposta su un piano più intimo e malinconico attraversato da sonorità lo-fi. Il brano, scritto durante il lockdown, è nato di getto partendo “dal sample finale di Millennium ghetto senza drumline o altri suoni in modo da risultare un unico flusso”. Il risultato è un brano introspettivo, con strofe di solo voce, una riflessione sull’alienazione, sul mostro interiore che abita in ognuno di noi ma che possiamo ritrovare anche in chi ci è vicino.

Se il primo brano si apriva con il discorso di Bill Clinton sul terrore del “millennium bug”, in “Monster cries solo” in the heaven Malakay affida il finale allo speech di Boris Johnson, primo ministro inglese, che durante la fase acuta della pandemia nel 2020 si rivolse agli inglesi con l’inquietante frase sul prepararsi a vedere i propri cari morire.

Così come per “Millennium ghetto” anche l’uscita di MCSINTH è accompagnata da un video monologo pubblicato sul profilo Instagram di Malakay, scritto con il regista Claudio Spanu e l’autore Luca Darden, che nel primo episodio rifletteva sulla potenza creativa del fallimento.

Malakay, vero nome Andrea Camboni, è un rapper e produttore sardo. Dopo aver rilasciato numerosi brani autoprodotti, nel 2018 si trasferisce a Milano per lavorare meglio alla sua musica. Nel 2019 pubblica VDAYS, un ep di 5 brani distribuito da Universal.

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