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I’M A PILOTSTUMBLING ON THE STREET
PILOT!
WATCH ME ON THAT STREET
WATCH ME ON THE FLOOR
WHAT A PILOT
WHAT A MESS YOU MADE ME MAKE
PILOT!
Canta così nel megafono Steven Lipsticks in “PILOT“, la canzone che dà il titolo al suo nuovo disco: poche frasi vergate con decisione e una chitarra punk definiscono il topic del disco senza troppi fronzoli.
Schietto, diretto, drogato di melodie catchy e ritornelli sing along, Steven Lipsticks, l’alter ego slacker di Stefano Rossetti, disegna 11 brani in cui al centro c’è la ricerca di un controllo, di una direzione da dare agli eventi, prima che il caos si prenda tutto. Al volante della propria vita, chitarra e una immaginaria Magic Band tutta nella sua testa, cerca di imboccare la strada giusta, di tornare sulla rotta ma arrivare a destinazione è la grande illusione e il vero viaggio è cambiare direzione, schiantarsi in vicoli ciechi e perdersi nelle grandi pianure dove l’unica bussola rimane la scrittura di PILOT, il romanzo di formazione della faccia più nascosta dell’indie rock bolognese.
Quella libertà che Steven ricerca con le parole si rispecchia nella composizione delle canzoni: il punk di No
Jokes e Pilot; l’indie rock anni 90 di The Nest e Needs; il retro sound di Holter e Late At Night; il power
pop/college rock di Home e Steven’s Problems. Steven riesce a far convivere diverse atmosfere, a risucchiare e padroneggiare le influenze senza mai perdere le redini dell’autorialità: dall’epoca dell’oro
dell’indie rock italiano alla New York dei Pavement e dei Ramones, dall’art rock dei British Sea Power, a quello viscerale e roots dei Replacements.
Tutto il vissuto di Stefano Rossetti si mescola in un album che assomiglia tanto al diario di bordo di un
capitano in difficoltà. Steven Lipsticks è infatti il protagonista dei testi di tutti i pezzi di PILOT, il cui filo conduttore è la sua innata capacità di incappare in situazioni dalle quali districarsi diventa via via più
difficile. Essere pilota o venire pilotati – da un rapporto di lavoro, da una relazione, da una dipendenza –
questo è il problema.
Quella del pilota è anche una buona metafora di Steven Lipsticks and His Magic Band, progetto musicale in cui le varie componenti e sfaccettature sono riconducibili alla guida e al controllo di una sola persona: è
infatti Stefano Rossetti a scrivere i pezzi e a suonare tutti gli strumenti, registrandoli e mixandoli in casa.
“PILOT” esce il 1 luglio in cassetta e digitale per More Letters Records.

Tutte le canzoni sono scritte e suonate, registrate e mixate a casa da Stefano Rossetti. Ulteriore mixaggio e mastering di Francesco “babe” Baiesi. Collage di copertina di Clahoudini. Graphic design di Francesco Rossetti.

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