Print Friendly, PDF & Email

Ormai non si contano più le volte in cui Papa Francesco, nella recita dell’Angelus oppure nelle udienze pubbliche in piazza San Pietro, ha invitato a pregare per la martoriata Ucraina affinché le bombe e le armi tacciano. Oggi i riflettori del mondo si sono spostati su Gaza dopo l’orrore del 7 ottobre, con il rapimento di centinaia di ostaggi israeliani per mano di Hamas nella Terra Santa, ma i massacri dei terroristi non hanno certo diminuito l’impatto della guerra scatenata da Putin in terra ucraina.

Ebbene nelle settimane scorse dall’Emilia-Romagna, regione che purtroppo conosce bene la guerra essendo stata il cuore pulsante della Resistenza ai tempi del fascismo, ha preso forma una canzone intitolata “Primavera a Mariupol”, pensata come omaggio al Santo Padre e alla Santa Vergine Maria. L’Emilia Romagna, teatro di scontro aperto tra fascisti e partigiani nella Seconda Guerra Mondiale, purtroppo conosce bene la crudeltà della guerra fratricida. Forse anche per questo motivo la composizione, reggiana al 100%, riesce a raccontare con vivida emozione gli orrori di una guerra combattuta tra due popoli fratelli, come quello russo e ucraino.

Il brano invoca la pace in Ucraina e ha preso come simbolo Mariupol, la “Città di Maria”, una delle zone più colpite e martoriate dai bombardamenti russi. “Primavera a Mariupol” è un brano fieramente reggiano al 100%. La musica è composta al pianoforte dal maestro Pietro Campani di Cervarezza, mentre il testo è firmato da Edoardo Tincani. La voce è di Morena Vellani, una delle voci della Cappella Musicale della Cattedrale. Morena, con la sua voce candida e delicata, ha saputo descrivere con struggente emotività il dramma dell’Ucraina toccando le corde del cuore dell’ascoltatore. L’arrangiamento e la videoproduzione sono curati da Marco Gatti, mentre la distribuzione è affidata all’etichetta Artisti Online.

La parola ricorrente nel testo è “mir”, che significa per l’appunto pace in lingua russa. “Pietà, o Maria, per questa tua città. Che assurdità, quanto dolore!” – la canzone inizia con questa accorata preghiera direttamente alla Vergine, nella speranza che una nuova primavera possa sbocciare quanto prima in tutta l’Ucraina.

Il brano è accompagnato da una videoclip dove il bianco e il nero degli orrori della guerra contrastano con il fiore colorato che spunta dalle macerie, simbolo di una pace mai tanto agognata e desiderata come in questo momento. In sovrimpressione campeggiano la parola “pace” e il volto della Santa Vergine, che funge allo stesso tempo da mediatrice e protettrice.

La voce fine e delicata di Morena Vellani, ma allo stesso tempo ricca di energia, ci ricorda di continuare a pregare per la pace tra Russia e Ucraina, senza cadere in una rassegnazione sterile o peggio ancora lasciare scivolare il conflitto nell’oblio. Magari la musica non ha la forza né il potere di fermare una guerra sanguinosa come quella tra Ucraina e Russia, ma può aiutare a ricordare al mondo intero che nella martoriata terra ucraina si muore ancora sotto le bombe dei russi e che intere famiglie sono state smembrate e devastate.

Una preghiera accorata alla Madonna, un inno alla pace accompagnato dalla magnifica e struggente voce di Morena Vellani e da una musica toccante e profonda.

Share Button