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Dopo il successo della canzone “Julie Cooper”, Rosaspina torna a far parlare di sé e ad emozionare gli ascoltatori con il suo nuovo singolo intitolato “Re di Picche”. Un brano, questo, che parla dell’importanza d’imparare ad amare in primis se stessi.      

Rosaspina nasce a Rho, ma in estate cresce nel “Giardino dell’Eden” in provincia di Caserta. È solo un bambino quando già inizia a muovere i primi passi nel mondo dell’Arte, cominciando a scrivere all’età di sei anni – compone musica perché, in compagnia soltanto di un nutrito gruppo di animali e tra le piante e il frutteto, sente ben presto il bisogno di dare voce ad intere giornate di solitudine… Ed è così che Rosaspina, per scrivere, prende spunto da quello che mangia dacché alcuni sapori gli ricordano suoni, parole, frasi. 

Dopo il periodo adolescenziale in cui il cantante scrive testi in inglese per non essere compreso davvero fino in fondo, ma comunque mosso dal bisogno di sfogare emozioni e delusioni provate, avviene un cambiamento: con il passare del tempo, decide cioè di raccontare una parte della propria vita e – per sentirsi vicino ad alcune persone che non ne fanno più parte – abbandona l’inglese. È dunque ad ottobre 2020 che Rosaspina pubblica “Sette Coltelli”, il primo singolo in italiano al quale fanno seguito “Gemelli”, “Uragano”, “Julie Cooper” e da una settimana a questa parte anche il nuovo singolo “Re di Picche”. A seguire l’intervista che Giulia Quaranta Provenzano gli ha fatto per noi.

Ciao Rosaspina, dal 19 novembre è in radio e in tutti i digital stores la tua nuova canzone intitolata “Re di Picche”: quali le tue emozioni nello scriverla, poi nell’inciderla ed ora che l’hai data alla luce condividendola pubblicamente? “Quando l’ho scritta ero molto emozionato in quanto stavo parlando di qualcosa che, per me, aveva significato tanto quindi condividerla con gli altri è stato molto importante proprio perché, per il sottoscritto, così significativo”.   

So che, di “Re di Picche”, presto sarà disponibile anche il videoclip ma già adesso cosa puoi anticiparci a tal proposito e quali sono le sensazioni che hai provato nel girarlo? “Sono un animale sociale dunque adoro conoscere gente nuova ed è quello che è accaduto durante le riprese, IL CIRCO”.

Nel tuo singolo “Re di Picche” esordisci cantando <<La prima volta con te / Hai detto che t’era piaciuta / Vodka, molte / T’aspetto che non mi dai buca / I miei pensieri che tornavano da te / Sembravano sinceri come un quadro di Monet / Tu come sale sopra un cuore di neve / Nei tuoi capelli rame cos’è che c’è di male>>. Ebbene, in linea di massima e tuttavia senza generalizzare, quale ti sembra essere attualmente il rapporto giovani-alcool e qual è il tuo con il bere appunto? “Scusa ma devo ancora finire di smaltire la sbornia, che è in corso, non capisco…”.

A proposito di Monet come mai hai fatto riferimento proprio a lui ed inoltre cosa ne pensi dell’arte figurativa quale pittura, scultura, fotografia etc.? “Cosa c’è di più sincero di qualcuno che dipinge quello che vede e che continua a farlo nonostante la perdita quasi totale della vista, lasciandosi suggestionare dal ricordo?”.

Tra tutte le carte da gioco, se potessi e dovessi sceglierne una a rappresentarti quale ti piacerebbe essere? “L’Asso di rose”. 

In più occasioni hai affermato di aver sempre fatto tu il “primo passo” verso le persone che ti hanno incuriosito… ciò solo inerentemente alle frequentazioni di coppia o anche in altri frangenti della vita? Ci racconti un aneddoto? “Quando voglio qualcosa vado diritto al mio obiettivo, male che vada si fa una brutta figura e chi le rivede più?! Continuate a seguire le mie storie su Instagram e arriverà un esempio calzante”.

A proposito dell’essere un “Re di Picche”, ti è mai capitato di incontrare una persona ed esserne attratto ma non essere riuscito ad accettarlo per una qualche ragione, come per esempio per il timore di un interesse a “senso unico” e pertanto di un rifiuto? “Non sono uno che mostra subito le proprie carte, sopratutto perché devo prima capire chi ho di fronte”.

Sempre nella tua nuova canzone “Re di Picche” canti <<(…) Uh! / Punto io cos’è cos’è che giochi te / Non ci fotto più con queste matte / Non sarò più io di picche il re / Il re // Ah! / Punto io cos’è cos’è che giochi te Non ci fotto più con queste matte / Non sarò più io di picche il re / Non sarò più io di picche il re (…)>> …“matte” è un vocabolo che può indicare sia la carta da gioco anche detta jolly, sia una persona che fa discorsi considerati strani, irragionevoli, assurdi e che si comporta in modo anormale. Nel caso in questione a quale specifico comportamento da folle alludi? Forse all’iniziare una frequentazione soltanto come passatempo, per l’appunto per gioco e barando sul proprio trasporto emotivo cioè essendo poco onesti e trasparenti? “<<Matto>> può essere un aggettivo negativo, quanto positivo. In questo caso specifico ci sono diversi motivi per i quali ho usato la parola “matte”e per coglierli tutti vi toccherà restare aggiornati sempre sul mio profilo Instagram …ma comunque, sicuramente, quando si intraprende una storia non per la scintilla che si è accesa bensì per riempire il vuoto che si prova sarà difficile dire e avere comportamenti coerenti e logici”. 

Una frase nella quale mi sono imbattuta spesso è “Un verme non sceglie mai di vivere in una mela marcia. Sceglie di far marcire una mela buona”. Secondo te, è probabilmente questo il motivo per cui chi è “tossico” forse non soffre come invece, al contrario, patisce chi viene lasciato nonostante la consapevolezza finale dei torti, delle umiliazioni e delle delusioni subite? “Io penso che soffrano tutti, “tossici” e non –  cambiano solo le situazioni e, chissà, anche le ragioni”. 

Tu sei affascinato da chi è simile a te o dal tuo opposto, ma soprattutto in una relazione stabile e auspicando un felice “The End” con chi ti vedresti in coppia tra i due paradigmi citati un attimo fa? “Ho in mente delle caratteristiche che deve avere una persona per piacermi, ma non ho mai avuto dei veri e propri stereotipi/canoni; ho sempre frequentato delle persone molto diverse tra loro, anche perché ogni storia è come iniziare un nuovo libro/film”.   

Hai spiegato, in una nostra precedente chiacchierata, che è la vita la tua principale fonte di ispirazione artistica. E non di meno ti chiedo adesso se, in questo periodo, hai una musa ispiratrice in carne ed ossa per i tuoi testi e la tua musica di prossima uscita. “La notte in carne ed ossa”.

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