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“Spalle alla porta”, racconta il cantautore, nasce insieme agli impegni e agli incidenti di percorso e muore con le relazioni che si annullano a causa di questi. Parla di amori sfiniti che continuano a esistere, gettati metaforicamente in un campo di calcio, dove non si molla fino al 90esimo minuto. Ho scritto Spalle alla porta a Febbraio 2020 raccontando di impegni lavorativi e non, che mettono in difficoltà relazioni e quotidianità che si sono sempre date per scontato. Ho rafforzato il concetto attraverso una metafora calcistica e sto realizzando il mio progetto incentrandolo sul parallelismo vita/calcio presente in questo brano”.
Gianmarco Servadei inizia a suonare la chitarra da bambino e poco più tardi scopre anche il piacere della composizione scrivendo i suoi primi pezzi. Pubblica due brani e frequentando eventi, workshop e lezioni di canto, stabilisce relazioni in giro per l’Italia che lo portano a Sanremo, durante l’edizione 2020, come ospite all’Attico Monina.

Col tempo stile e riferimenti cambiano, e nello stesso periodo decide di lanciare Dibase, progetto indipendente che amalgama malinconie itpop e testi dove le parole si incontrano e si intrecciano nel rettangolo di gioco delle metafore calcistiche. Ed è proprio qui che il calcio, come non mai, sembra descrivere perfettamente le nostre fragilità, le nostre paure e i nostri limiti.

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