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Prodotto dall’etichetta salentina Dodicilune, distribuito in Italia e all’estero da IRD e nei migliori store on line da Believe Digital, martedì 18 ottobre esce “Start from scratch” di Livio Bartolo Variable Unit. Nelle cinque composizioni originali, il chitarrista tarantino è affiancato da Anais Drago, Francesca Remigi, Andrea Campanella, Aldo Davide Di Caterino, Pietro Corbascio.
«Le rivoluzioni, intese come movimenti radicali, si accompagnano sempre all’azione. Ma c’è un “post” per tutto: un “dopo” che, lapalissianamente, segna i percorsi artistici se c’è stato anche un “prima”. Livio Bartolo, trentunenne diplomato a l Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli con una tesi sulle tecniche compositive di Henry Threadgill, pensa la sua musica in modo atemporale e in divenire», sottolinea il pianista, giornalista e critico musicale Davide Ielmini nelle note di copertina. «Ma il “prima” e il “dopo”, in lui, sono come le oscillazioni di un pendolo: da Arnold Schoenberg a Terje Rypdal, da Igor Stravinsky a Robert Fripp. E poi, da Eric Dolphy a Marc Ducret. Immerso nel plurilinguismo dei nostri giorni, Bartolo si chiede allora cosa è o dovrebbe essere la musica contemporanea. La risposta sta nell’uso dell’accentazione, che il chitarrista non pone sullo slittamento del senso delle parole ma sullo slittamento della composizione musicale. E sta, anche, nelle proprietà fisiche degli strumenti dove il legno, i metalli, le pelli vibrano, gracchiano, grattano, soffiano e scoppiano. Il discorso, che si coagula e si scioglie in modo alternato, è la severa espressione di una struttura musicale che, nella sua puntuta geometria, allunga e accorcia le frasi in una sintassi a tratti stenografica. La visione onirica e sfibrante che se ne ottiene, genera così un “collage sistemico” per un neocamerismo futurista. Dove i linguaggi intervallari, e la tenuta della tensione timbrica, da orgiastici e liberatori sanno farsi, di contrasto, elegiaci e pastorali».
Livio Bartolo è diplomato col massimo dei voti in Chitarra Jazz al Conservatorio Nino Rota di Monopoli. Il suo stile chitarristico e compositivo affonda le sue radici nella tradizione jazzistica, spingendosi fino all’improvvisazione radicale, la dodecafonia e il serialismo. Negli anni ha avuto la possibilità di formarsi con Domenico Caliri, Gianni Lenoci, Francesco Angiuli, Giovanni Tommaso, Walter Donatiello, Marc Ducret, Vinny Golia, Steve Potts e tanti altri. Ha preso parte al “feral choir” di Phil Minton, cantante d’avant garde britannico. Si è esibito al Blue Note di Milano. Ha collaborato alle musiche di un film pluripremiato al Terra di Siena Film Festival, “La strada verso casa” di Samuele Rossi, musiche di Giuseppe Cassaro. Si è esibito alla Casa del Jazz di Roma con l’Hocus Pocus Explab di Gianni Lenoci, assieme a Eugenio Colombo, Tiziana Felle e Angela Tursi. È leader di due formazioni, il Livio Bartolo Soundscapes Trio con Andrea Esperti e Marco Calabretti e la Variable Unit. Oltre a numerosi collaborazioni, ha al suo atti vo altri otto dischi con varie formazioni a suo nome: Livio Bartolo group – Dall’altra parte del muro, Livio Bartolo – Rewind, Livio Bartolo – Appunti di un viaggi, Livio Bartolo – Altre storie, Livio Bartolo Variable Unit – Meanwhile, Livio Bartolo Variable Unit – Ugliness is a Beautiful Thing, Livio Bartolo, Andrea Esperti, Marco Calabretti – South Iceland, Andrea Musci, Livio Bartolo – 34:43, Livio Bartolo Variable Unit – Don’t beat a dead horse.

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