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Dopo l’uscita di “The Last Odyssey”, album di musica elettronica omaggio alle musiche dei film sci-fi anni 50 e 60, torna il compositore Paolo Di Cioccio, questa volta con un lavoro dedicato alla musica ambient: “The Book of Dreams”.
«L’Essere, secondo Parmenide, assomiglia al volume di una sfera perfettamente rotonda, la cui forza è costante dal centro in qualunque direzione. E così le sfere, intese come proiezioni mentali e concrete del nostro cammino interiore, assumono valore ed energia così come la musica, ovvero l’armonia delle stesse. Con la meditazione possiamo interiormente osservarci, ambientarci all’interno della dimensione del sogno e vivere così uno stato di coscienza extra-ordinario dove potremo finalmente comprendere chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. Ho composto queste musiche che non vogliono essere descrittive ma in linea con l’ambient music, cioè in linea con la concezione di musica ed essere umano integrati nell’ambiente circostante».
Composto, registrato e prodotto dallo stesso Di Cioccio, grazie all’utilizzo di sintetizzatori sia digitali che analogici, “The Book of Dreams” si compone di 10 tracce che esplorano la ambient music in tutte le sue sfaccettature e sottocategorie.
«Questi 10 brani rientrano sicuramente sotto tutti i generi ambient e le sue forme derivate come la drone music, dark ambient, solo per citarne alcuni, e quindi l’uso dei sintetizzatori, sia virtuali che analogici, che hanno fatto da tavolozza sonora per quanto riguarda la scelta degli strumenti utili alla registrazione sonora».
In uscita per Aventino Music, “The Book of Dreams” è un lavoro ispirato da compositori storici della scena ambient.
«Sono sicuramente in debito, per quanto riguarda l’ispirazione, ad artisti del calibro di Erik Satie e della sua poetica musicale, Brian Eno, Robert Fripp e, sicuramente, delle atmosfere elettroniche dei primi Tangerine Dream, nonché del compositore tedesco Klaus Schulze».

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