Tueri Damasco debutta con l’album “Analisi portafoglio danni”
Nascosto nella natura della sua Valtellina, Tueri Damasco finalmente è uscito allo scoperto col suo primo album. Si chiama “Analisi portafoglio danni“, disponibile per tuttə da domani venerdì 15 marzo 2024 per La Tempesta Dischi.
Analisi portafoglio danni è l’opera prima del cantautore valtellinese Tueri Damasco, che negli ultimi mesi si è fatto conoscere al pubblico con i singoli “Primo rischio assoluto” e “Mi consuma”. Oggi è pronto a svelarci il suo progetto per intero, nato quasi senza volerlo nel 2019 e arrivato ad oggi senza un reale piano e aspettative, ma cresciuto spontaneamente come un pensiero che ci frulla in testa. Un sensibilità delicata, ma perspicace, capace di mettere in parole e in immagini la quotidianità vissuta, fuori e dentro di noi. Ad accompagnare tutto un ventaglio musicale che attinge all’alt-rock, al folk e al post-rock, mescolati armonicamente in una forma rigenerata, rinfrescati da spinte sperimentali e sonorità eleganti – senza mai sacrificare l’anima emo, filo conduttore del disco.
L’album è composto da 9 tracce per tentare di scrollarsi di dosso il peso delle possibilità. Non per codardia, ma il cantautore, attraverso questo lavoro, cercava un’alternativa alla scrittura che prevede l’analisi minuziosa degli eventi, dei sentimenti, delle relazioni. Dopo un primo istinto di fuga, Tueri Damasco ha tentato di riordinare, cercando di far fluire le cose in una maniera più naturale, accollandosi le conseguenze e le responsabilità. Il bizzarro titolo viene preso in prestito dal linguaggio manageriale e indica la strategia di raggruppare un determinato tipo di rischi che una persona può correre nella sua vita, valutarli, tariffarli su una base statistica e probabilistica, assegnare a quel rischio un valore monetario, ovvero il prezzo da pagare affinché sia possibile assicurare un soggetto nel caso in cui quel rischio accada. In breve, valutare quel rischio nel tempo e capire come e in che misura sia cambiato, variandone di conseguenza il valore.
In modo affascinante o terribile, questo processo è affine a quello con cui Tueri Damasco si approccia alla realtà e che l’ha mosso nella scrittura del suo primo album: cercare di affrontare quello che gli succede analizzandone sempre minuziosamente ogni particolare, i sentimenti, le relazioni, i rischi e tutte le loro declinazioni.
La consapevolezza di essere entrato in quel meccanismo di analisi e l’emergenza di affrontare una realtà sempre più caotica e sfuggente sono il filo conduttore dell’album. I brani, infatti, sono figli di una situazione di disordine che, col tempo, è diventata a tutti gli effetti un’urgenza per l’artista, amplificata da ciò che gli accadeva intorno. Questo è il motivo per cui Analisi portafoglio danni ha avuto una gestazione di oltre quattro anni, ma, si sa, le cose belle hanno bisogno di cura e tempo per nascere. E così è stato. Dopo girotondi e scritture senza conclusioni, la scintilla che ha innescato il lavoro al disco è stato l’incontro col produttore Andrea Maglia e Carmelo Gerace nel 2022: da quel momento il progetto è stato improvvisamente chiaro e ogni pezzo ha trovato la sua posizione. Come il coinvolgimento del producer Fight Pausa, qua anche nelle vesti di musicista e direttore artistico, di Adalberto Valsecchi, sassofonista e forza motrice. Insieme hanno dato senso, forma e musica a quello che prima era un groviglio di sensazioni ed emozioni, spingendo sulle idee più grezze e alternative per donare una freschezza sperimentale al disco, senza soffocarne l’anima emo, anzi rinvigorendola e dandole nuova luce.
“Analisi portafoglio danni” si apre con La camicia che indosso, un brano strumentale che ricorda Bon Iver “cantato” dal sax contralto di Valsecchi, capace di parlare al posto dell’artista, grazie anche a un ritmo incalzante potentissimo che ben rappresenta il caos mentale in cui il cantautore si era perso. Il secondo brano è Disordine, che continua il senso di inadeguatezza e l’incapacità di esprimersi vissuta da Tueri Damasco. Non a caso, in questa occasione l’autore cita uno dei suoi album preferiti, Una somma di piccole cose di Niccolò Fabi, che col brano Vince chi molla offre uno spunto per identificare il panico del
disordine del cantautore. Dopo le sonorità più post-rock e alternative, con uno sprazzo di emo, di Santa Valeria, arriviamo al cuore di Analisi portafoglio danni con le tracce fondamentali per la narrazione dell’album. Si parte con Valore intero, un brano essenzialmente folk che parla di cadere senza avere gli strumenti giusti per rialzarsi – “un brano con il quale cerco di capire cosa non stia funzionando, senza riuscire ancora a mettere a fuoco” spiega Tueri Damasco. Con Mi consuma, secondo singolo estratto, si concretizza l’emergenza sofferta dall’artista e la sua fuga dalla realtà. Un brano languido, ma sollecitato
da un sax brillante e sonorità graffianti, che ben trasmettono il senso di oppressione e confusione dell’autore. Il tema della fuga ritorna con 01010, titolo preso dal cap del paese in cui Tueri Damasco è cresciuto. Il ritorno alle origini come ancora di salvezza in una traccia delicata e rassicurante come la pace che speriamo di raggiungere. “Spesso ho messo a confronto questo posto con il posto in cui vivo attualmente. La differenza è abissale, quasi come il coraggio che serve per tornare in un posto del quale si hanno ricordi sbiaditi e qualche vacanza nel corso degli anni, ma ancora degli affetti importanti” aggiunge Tueri Damasco. In un album folk cantautorale non potevano mancare le canzoni d’amore. Se ne parla nelle ultime tracce Mentre ridi e Analisi portafoglio danni, che mettono in scena due momenti completamente diversi della vita del cantautore nei quali si è sentito incapace di comunicare quello che provava, tanto era impegnato a sviscerare tutto quello che succedeva nelle sue infinite parti e possibilità per capirne il significato.
“Ho passato moltissimo tempo a spaccare le cose in mille pezzi per cercare di capirle, senza concentrarmi sulla visione d’insieme, che invece è offuscata come lo sfondo viola di questo disco. Ogni pezzo che ho rotto è una di quelle foglie del fiore in copertina e poggiano l’una sull’altra come la convinzione che potessero aiutarmi a prendermi cura delle persone più care e delle cose più importanti. Non ho ben chiaro come, ma un passo alla volta serve smontare l’impalcatura e mettere un po’ di ordine. Farlo con un disco e parlandone apertamente potrebbe essere un inizio” – Tueri Damasco
Tueri Damasco è il progetto cantautorale e lo pseudonimo di Lorenzo Fabbri. Lorenzo nasce nel ’96 ed abita fino agli otto anni nella remota campagna della provincia di Viterbo, ma viene presto adottato dalla Valtellina. Da allora vive tra le Alpi, prova a conoscerle e scrive canzoni disordinate che parlano delle persone e degli eventi, dei loro rami e delle loro radici. Sono canzoni che esprimono anche la sua gratitudine all’ alt rock, al folk e all’emo.
La prima di queste si intitola Primo rischio assoluto ed è uscita il 17 gennaio 2024 per La Tempesta Dischi. Il brano racconta il marasma di sensazioni che circondano l’inizio di qualcosa di nuovo e la presunzione che si nasconde nella speranza di sentirsi importanti per qualcun altro. Dopo il secondo singolo Mi consuma, il 15 marzo 2024 arriva il suo album di debutto Analisi portafoglio danni: nove brani nati dal disordine, ma curati dal tempo e dall’introspezione. Alla produzione troviamo Fight Pausa e Andrea
Maglia, al sax Adalberto Valsecchi. Alt-rock, folk e post-rock si mescolano armonicamente in una forma rigenerata, rinfrescati da spinte sperimentali e sonorità audaci. Senza mai sacrificare l’anima emo, filo conduttore del disco.