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È “Ci penserà il tempo“, feat. Musica Nuda e Alessandro Gwis la focus track di “DIECI“, il nuovo album del cantautore romano, di stanza a Bruxelles, Giacomo Lariccia, in uscita il 21 gennaio per Avventura in musica/Salty Records. 

“Ho notato che, con il passare del tempo, la mia memoria seleziona e conserva solo i ricordi migliori sfumando il dolore delle esperienze negative – dice Giacomo Lariccia. È sicuramente un meccanismo di autoprotezione, che tuttavia permette di rileggere la vita con maggior distacco dalle ferite e maggior benevolenza verso sé stessi.”

“Ci penserà il tempo”, nella versione del disco DIECI, è stato impreziosito dalla voce di Petra Magoni, le corde di Ferruccio Spinetti, i tasti di Alessandro Gwis.

Petra Magoni ha registrato la sua parte nei primi mesi del 2022, direttamente a Bruxelles, nello studio di registrazione di Marco Locurcio.

Petra è una cantante eccezionale e fino a qui non aggiungo niente di nuovo a ciò che già si conosce di lei. Ha un carattere molto forte, artisticamente parlando, ma riesce a mettersi al servizio della musica che interpreta e, cosa che mi ha molto colpito è una persona che crea legami umani importanti con chi sceglie di collaborare. Il nostro incontro non è stato solo uno splendido momento artistico ma anche una piacevole sorpresa umana.

È conosciuta nel mondo per il suo duo con Ferruccio Spinetti, Musica Nuda, voce e contrabasso. Una formazione davvero particolare che le permette di mettere in primo piano le sue caratteristiche vocali fuori dal comune.

Ferruccio Spinetti, contrabbassista dalle mille collaborazioni artistiche nonché membro della Piccola Orchestra Avion Travel, ha registrato la sua parte in Italia nel suo studio di fiducia.

“Ci penserà il tempo” anticipa “DIECI”, il nuovo album di Giacomo Lariccia, in uscita su CD il 21 gennaio, in contemporanea al concerto di presentazione del disco, in programma all’Espace Lumen di Bruxelles con la stessa Petra Magoni come ospite d’eccezione.

Per me – racconta Giacomo Lariccia – 10 rappresenta il momento giusto per fermarmi, celebrare la musica fatta fino ad oggi e accogliere a bordo vecchi compagni di strada e nuovi amici.

DIECI sono gli anni della mia musica.

DIECI è il titolo del mio nuovo album: 18 canzoni e una traccia fantasma.

DIECI è una festa lunga 4 mesi per condividere con voi lo stupore e la bellezza che la musica trasmette.

DIECI è l’Italia che passa per Bruxelles.

DIECI è lo spazio per ripartire di nuovo.

Fermarsi e osservare. La pausa e la contemplazione, come ogni movimento dell’anima, posso apparire ad un primo approccio fondamentalmente inutili. Il mio carattere mi ha sempre portato ad evitare le soste: ho sempre sentito dentro di me una spinta a continuare a testa bassa, nonostante tutto. Con il passare degli anni, invece, mi sono reso conto che fermarsi è importante, spesso salutare e a volte necessario.

DIECI è la pausa di cui sentivo il bisogno. Una pausa libera, scelta, determinata da una necessità dell’anima che segue quasi tre anni di interruzione forzata per la pandemia che ha sconvolto il mondo.

Accogliere ospiti e amici nella mia vita musicale, fare spazio, mettendomi da parte anche a costo di perdere il controllo, mescolare accenti, provenienze e sensibilità diverse è sorprendente. Nella musica, come nella vita, il controllo è un’illusione: la vita e la musica sono molto più potenti di tutti i nostri sforzi e lo stupore dell’arte proviene spesso da quello che non ti aspetti.

Celebrare è un verbo con il quale ho poca familiarità, forse perché trovo più facilità nel pianificare un percorso futuro che nel compiacermi di ciò che è passato. Alzare la testa dalla vita di tutti i giorni e, senza falsa modestia, mettere in risalto di quanto di buono si è fatto non è mera autogratificazione ma significa dare il giusto valore al proprio impegno.

DIECI è per me tutto questo e molto altro. Respirare, osservare la musica creata fino ad oggi, compiacersi per gli ostacoli superati, festeggiare insieme a vecchi compagni di strada e nuovi amici, celebrare la bellezza che si è riusciti a creare, curare le tracce delle cadute sulle ginocchia, rimettersi in piedi, guardare l’orizzonte.

16 artisti hanno accettato di partecipare a questo progetto e interpretare la mia musica mescolando accenti e sensibilità. Le registrazioni di questo disco sono state fatte in giro per il mondo da Los Angeles a Bruxelles, da Toronto a Roma. In queste e in altre città un filo immaginario ha tessuto il telo della mia musica unendo l’Europa con il continente africano e nord-americano.

Tra questi ci sono: Petra Mangoni e Ferruccio Spinetti (Musica Nuda), Giulio Carmassi, Peppe Voltarelli, Marco Calliari, Erica Boschero, Finaz e Ramòn della Bandabardò, Borrkia, Tommaso Novi, Honoré Kauadio percussionista senegalese, Francesco Fry Moneti, Ange Nawasadio cantante congolese, Silvye Nawasadio, cantante congolese e Alessandro Gwis, pianista. 

“Dieci” è inserito nel progetto Migrazioni Sonore, il progetto di internazionalizzazione della musica e della cultura italiana che l’Associazione di promozione sociale Salty Music APS porta avanti, dal 2015, nei paesi francofoni europei ed extra europei, e ha ottenuto il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles e del Comites Belgio.

Giacomo Lariccia è un artista italiano sui generis. Vive a Bruxelles da circa 20 anni ed è attivo con il suo progetto di cantautore sulle scene di tutta Europa. Ha suonato in diversi paesi del mondo, al di là dell’Oceano e del Mediterraneo, è stato tre volte finalista alle Targhe Tenco insieme ad altri premi dedicati alla canzone d’autore.

Prima della pandemia ha concluso una tournée europea con diversi sold-out in Francia, Svizzera e Belgio.

Dieci, il 4° disco della sua carriera di cantautore italiano in giro per il mondo, in uscita il 21 gennaio 2023 contiene le migliori produzioni degli ultimi dieci anni scritte e registrate in giro per il mondo insieme a tanti ospiti nazionali e internazionali.

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